Nell’incontro con i sindacati del 24 febbraio, il nuovo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha voluto dare un’impronta tutta rivolta al dialogo e alla trasparenza: come già scritto dalla Tecnica della Scuola, si è trattato di un incontro all’insegna della cordialità, durante la quale il titolare del MI ha presentato non solo il programma che intende attuare, ma anche numeri significativi sul personale docente oggi in servizio.
Ebbene, ha spiegato il ministro dell’Istruzione, oggi nelle nostre 8.200 scuole vi sono oltre 900 mila insegnanti, di cui 695.262 assunti a tempo indeterminato e circa 213 mila con contratto annuale.
Di questi, ha specificato Bianchi, ben 104 mila sono docenti di sostegno: considerando che oltre 20 mila risultano in organico di diritto, significa che sono diventate più di 80 mila le cattedre in deroga (libere ma assegnate al 30 giugno dell’anno successivo e quindi non utili né alle immissioni in ruolo, né alla mobilità). Un numero altissimo, tanto da far superare abbondantemente la quota dei supplenti su sostegno rispetto ai colleghi di ruolo.
In pratica, su circa 185 mila posti di sostegno, appena 80 mila (solo il 44%) sono affidati a personale di ruolo: il 56% di cattedre va quindi a personale precario ed in alta percentuale pure a docenti non specializzati.
Il neo ministro Bianchi ha anche comunicato ai sindacati che nell’anno scolastico in corso sono stati stipulati oltre 25 mila ‘docenti Covid’: un numero che risulta fortemente ridotto, di oltre la metà, rispetto ai contratti finanziati dal precedente governo, che aveva infatti coperto l’assunzione annuale di 60 mila insegnanti (oltre a 10 mila Ata).
Quelli dei precari, insomma, sono numeri davvero alti. Perché il ministro ha voluto renderli noti? Probabilmente perché intende operare proprio sul questo versante.
Durante il colloquio, il ministro Patrizio Bianchi ha spiegato che saranno i tavoli principali su cui si intende puntare, anche tenendo in piedi il confronto con i sindacati: oltre al Recovery plan, il ministron vuole agire sulle problematiche legate all’avvio del nuovo anno scolastico.
E quindi a portare in cattedre il 1° settembre un numero di docenti ben più altro che in passato, facendo intendere quindi che vorrà apportare delle novità sul fronte delle nomine e del reclutamento.
I sindacati su questo punto hanno da tempo pronta la loro proposta: le assunzioni per titoli e servizi (mai voluta prendere in considerazione dai grillini e dalla ministra uscente Lucia Azzolina), che in piena pandemia ed un numero stratosferico di supplenze avrebbero anche motivazioni di carattere oggettivo.
Già domani, infine, è previsto un incontro sulla mobilità del personale.
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