“È illecito sottrarre ad un docente titolare delle ore di cattedra alle quali ha diritto e spostarlo, imponendolo come diktat del dirigente scolastico sui posti del potenziamento”.
A sostenerlo sono i parlamentari del M5S delle Commissioni Cultura, che sul tema dell’organico dell’autonomia hanno presentato, il 29 settembre, un’interrogazione al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini a prima firma Enza Blundo.
Secondo i grillini, “con la nota del 5 settembre scorso, il Miur ha creato una situazione paradossale all’interno delle scuole: in nome di una ‘gestione flessibile’ tutta nelle mani del dirigente scolastico, i docenti di ruolo assunti prima dell’entrata in vigore della legge 107 rischiano di perdere la titolarità della sede qualora accettino di spostarsi, su richiesta del preside, sui posti del potenziamento”.
I parlamentari pentastellati ricordano che “il Miur ha esplicitamente affermato che non esiste distinzione contrattuale tra docenti curricolari e docenti di potenziamento – spiegano -, ma questo contrasta con la riforma della scuola approvata da questo stesso governo, laddove si prevede che ‘il personale docente già assunto in ruolo a tempo indeterminato alla data di entrata in vigore della presente legge conserva la titolarità della cattedra presso la scuola di appartenenza’. I docenti a tempo indeterminato conservano la titolarità e decadono solo per partecipazione alla mobilità volontaria o perché perdenti posto ed è illecito e pericoloso far dipendere dalle decisioni del dirigente lo slittamento nell’organico del potenziamento”.
Per il M5S, quindi, “emerge, dunque, una chiara contraddizione tra la netta distinzione dello stato giuridico dei docenti operata dalla legge 107, a seconda della fase in cui sono stati assunti, e quanto invece indicato dal Ministero nella nota del 5 settembre. Chiediamo al ministro Giannini – concludono – di fare chiarezza sulla questione e di intervenire per rimuovere queste illegittimità generate dalla nota del Miur”.
Per completezza d’informazione, vogliamo specificare che, in base normativa scolastica vigente, il pericolo che i docenti già di ruolo prima della data di entrata in vigore della Legge 107 possano perdere la titolarità, in realtà non deriva dalla loro collocazione sui posti del potenziamento (peraltro reversibile, visto che il prossimo anno il dirigente potrebbe far tornare il docente dietro la cattedra, tanto è vero che l’assegnazione del docente al posto da parte del ds termina con la chiusura delle lezione).
Quello che può verosimilmente essere accaduto è che i posti del potenziamento, ma anche una frazione, possano essere stati attribuiti a personale di ruolo da diverso tempo in quell’istituto. Ora, poiché i nuovi insegnanti giunti sul potenziamento in modo volontario verranno collocati a “pettine” nella graduatoria d’istituto, anche se solo nell’a.s. 2018/19 (sempre che non siano portatori di Legge 104/92), è possibile (soprattutto laddove non siano nuovi assunti ma docenti di vecchia data che nel 2016 hanno presentato domanda di trasferimento) che possano ritrovarsi in graduatoria sopra ai colleghi già presenti da tempo in quella scuola.
Però, tutto questo esula dal posto ricoperto (insegnamento o potenziamento che sia), bensì è legato all’anzianità di servizio, ai titoli posseduti e alle eventuali esigenze dei famiglia).
In tal caso, è ovvio che se dovessero formarsi meno classi, a perdere il posto non sarebbe il docente entrato sul posto di potenziamento, ma il docente già titolare però con meno punti in graduatoria. Sempre se resteranno in vita le graduatorie d’istituto e se, invece, come previsto dalla Legge 107, non entreranno in scena quelle di ambito territoriale.
Un’ultima specifica: certamente, la Legge 107/15 ha creato, transitoriamente per il 2015/16, l’organico del potenziamento, distinguendolo da quello di diritto. Ma da quest’anno esiste solo l’organico dell’autonomia.
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