Continuano ancora le segnalazioni di docenti che sono stati offesi o aggrediti da genitori e studenti. Dopo i diversi casi successi nelle ultime settimane, e dopo la nostra diretta sull’argomento, una docente di Catania ci ha inviato la propria recente esperienza denunciando i comportamenti aggressivi di una mamma.
Ecco il commento integrale: “Sono un’insegnante di scuola dell’infanzia a Catania in una scuola con un’utenza “mafiosa” e recentemente sono stata aggredita verbalmente e minacciata pesantemente da una mamma la quale pretendeva che imboccassi la figlia durante la mensa. Premetto che è una scuola statale e purtroppo il dirigente anziché ostacolare lo strapotere di queste persone, li favorisce mandando con le sue scelte scellerate fatte per vivere serenamente lui, nella fossa dei leoni il docente (nel caso in questione io). Ciò è accaduto la settimana scorsa e il dirigente nonostante abbia saputo l’accaduto non si è minimamente preoccupato di sapere cosa fosse successo. Premetto che ho chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, ma anzi in tutta risposta mi hanno fatto terra bruciata attorno levando persino il saluto. Spero che la domanda di trasferimento che ho fatto venga accolta, ma vorrei sapere comunque come fare per denunciare lo status quo nel quale versa questa scuola”.
Ma come possono difendersi i docenti? Che strumenti hanno a disposizione una volta che sono stati aggrediti? Ci sono sentenze in questo senso?
Con la nota del 17 febbraio scorso firma del Capo Dipartimento Carmela Palumbo vengono fornite le istruzioni pratiche per consentire al personale della scuola di chiedere (ed eventualmente ottenere) il patrocinio dell’Avvocatura dello Stato nel caso in cui siano oggetto di episodi di violenza da parte di studenti o genitori.
La “notizia” è stata annunciata dal ministero dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara con un comunicato stampa. “Sarò sempre dalla parte degli insegnanti aggrediti. La nostra priorità è riportare responsabilità, serenità e rispetto nelle scuole”, ha scritto.
Come abbiamo anticipato, però, non si tratta affatto di una novità. Resta poi da capire: in quali casi i docenti possono avvalersi di questa difesa? Cosa bisogna fare per farne richiesta? Si parla di violenza fisica o anche verbale? A quali eventualità si riferisce il documento di Valditara?
Abbiamo approfondito questo tema e cercato di rispondere a queste domande con il vicedirettore della Tecnica della Scuola, Reginaldo Palermo.
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