I lavoratori della pubblica amministrazione con meno di 30 anni di età sono sempre più delle “mosche bianche”: appena il 2,7%.
Lo dice l’aggiornamento al 2015 pubblicato in questi giorni dall’Aran, l’Agenzia per il pubblico impiego, sui dipendenti con contratti a tempo indeterminato.
Nella scuola, la percentuale è vicina allo zero. Se si incrociano i dati nazionali, con quelli d’oltre frontiera, il quadro anagrafico dei nostri docenti diventa quasi drammatico. L’ultima indagine Ocse, riportata da repubblica.it ci dice che in Italia c’è la quota maggiore di maestre over 50: il 44 per cento. E addirittura il 16 per cento oltre i 60 anni. A fronte di (quasi) nessuna under 30.
Eppure, in Francia, la percentuale di giovani maestre al di sotto dei 30 anni ammonta all’8 per cento e gli ultracinquantenni al 23 per cento. E le cose, se possibile, peggiorano alla media e al superiore dove i docenti che hanno già spento 50 candeline assommano al 57 per cento e diventa una rarità incontrare addirittura prof under 40: solo 3 ogni cento.
Le maestre più giovani si incontrano invece nei corridoi delle scuole primarie del Regno Unito, con 29 insegnanti su cento under 30, mentre alla media il record di giovani insegnanti spetta alla Turchia, con 35 prof su cento under 30.
Anche l’ultimo rapporto Eurostat, presentato dalla rivista Wired, risulta emblematico. “Il confronto con le altre nazioni europee è impietoso. In Turchia alle primarie solo una maestra su dieci ha più di 50 anni, nel Regno Unito il 17,8%, in Grecia il 18,5%. In Gran Bretagna un’insegnante su cinque ha tra i 25 e i 29 anni, mentre nel nostro paese questa fascia d’età rappresenta appena lo 0,5% del corpo docente. Ovvero una maestra ogni 200, risultato che fa dell’Italia il fanalino di coda a livello europeo”.
{loadposition carta-docente}
“Salendo di grado, va ancora peggio. Alle secondarie di primo grado solo lo 0,37% dei docenti ha tra i 25 e i 29 anni, contro il 23,5% della Turchia”. Anche in questo caso, col 54,3% di over 50, i professori italiani sono i più anziani d’Europa.
Ma è alle superiori che l’Italia realizza il suo personalissimo record negativo: in Gran Bretagna i docenti della secondaria tra i 25 ed i 29 anni sono il 14,4%. Gli italiani si fermano allo 0,18% del totale, pari ad uno ogni 500.
Sul totale, “dei 575mila docenti impegnati nelle scuole italiane, ben 358mila hanno già festeggiato il mezzo secolo di vita. Gli under 40 sono 52mila, meno del 10% del totale. E meno dei 56mila insegnanti tedeschi con meno di 29 anni”.
Tornando ai dati Aran delle ultime ore, sul totale di oltre tre milioni di dipendenti pubblici, quelli tra i 18 e i 29 anni si fermano a quota 81.746, che diventano 205.333 ponendo come limite i 34 anni. Anche per quanto riguarda gli under 35 si progredisce di poco: non si va oltre, infatti, il 6,8%.
L’età media, intanto, ha superato i 50 anni: si salvano solo le forze dell’ordine, con il 41,4%.
Gli over 50 sono figurano tra i medici (53,1), tra i dirigenti (54,4), tra i docenti della scuola (51,2) e tra professori e ricercatori universitari (53,2).
Analizzando il trend tra il 2001 al 2015, si evince un rapido invecchiamento dei dipendenti pubblici: l’età media è passata da 44,2 anni a 50,4 anni attuali.
I dipendenti di Regioni e Comuni hanno preso 6,8 anni, quelli della sanità 4,9, le forze armate 5,4, i corpi di polizia 9,5, i ministeri 8,1, la scuola “solo” 4 anni e mezzo. E purtroppo con il passare del tempo, con l’obbligo di permanenza in servizio che sale di età, questi numeri non potranno che crescere.