Scrive inoltre che crescere sempre di più la mobilitazione dei corsisti del TFA ordinario contro il TFA speciale attraverso la sottoscrizione per intraprendere tutte le azioni che saranno necessarie per fermarlo.
Contemporaneamente molti docenti universitari stanno sottoscrivendo appelli perché sia fermato il TFA speciale.
APPELLO DOCENTI UNIVERSITARI PER FERMARE IL TFA SPECIALE
Esprimiamo il nostro forte disappunto per la recente approvazione, per di più a Camere sciolte, della modifica al D.M. n. 249 del 10 settembre 2010 con cui si dà avvio al cosiddetto TFA speciale o riservato. Le nostre perplessità sono dettate dalle seguenti considerazioni:
Il TFA ordinario è un percorso a numero programmato, che prevede una rigida selezione in entrata. Le università hanno fatto un grande sforzo per selezionare i candidati da avviare al percorso abilitante, nell’interesse della scuola italiana e degli studenti che meritano docenti dalla comprovata preparazione. Questo sforzo sarebbe totalmente vanificato dall’attivazione di un percorso riservato che, secondo i calcoli del Ministero, coinvolgerebbe ben 57.000 docenti, disattendendo il principio del fabbisogno che aveva ispirato l’istituzione del TFA ordinario.
Il TFA speciale, basato sulla totale assenza di programmazione degli accessi, causerebbe la completa saturazione del sistema delle abilitazioni con conseguente blocco dei prossimi cicli del TFA ordinario e del regolare regime della formazione iniziale, mortificando così le aspirazioni dei futuri laureati e la volontà di svecchiamento del sistema scolastico italiano.
L’avvio del percorso riservato comporterebbe per le università problemi logistici e organizzativi non indifferenti, superiori a quelli che attualmente gli atenei si trovano fronteggiare nella gestione del TFA ordinario.
La mera anzianità di servizio, unico requisito per accedere al percorso riservato, non costituisce, di per sé, una garanzia di competenza e preparazione. Non risulterebbe pertanto equo che docenti che abbiano evitato o non superato la verifica delle conoscenze disciplinari possano superare nelle graduatorie d’istituto i vincitori di una selezione per merito. Il TFA ordinario, inoltre, premia già l’anzianità di servizio in termini sia di punteggio d’accesso, sia di sconti sul tirocinio. Non si comprendono, dunque, la necessità e l’urgenza di una siffatta deroga alla legge.
Le università italiane, che negli scorsi mesi sono state chiamate ad organizzare una rigorosa selezione, in quanto centri di sapere e di promozione del merito, non possono prestare il fianco ad un provvedimento che, a nostro parere, tradisce gli stessi principi su cui la selezione si è fondata e i diritti di chi ha seguito le regole sottoponendosi ad un regolare concorso.
Per queste ragioni, auspichiamo che il Ministro Profumo si astenga dal firmare la modifica al decreto, a Camere sciolte e a fine legislatura, e voglia rimettere la questione al suo successore.
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