Stanno facendo discutere le proposte di Azione sulla scuola illustrate, su Il Riformista, da Valentina Grippo, vice presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera. Si tratta di proposte che, in alcuni casi, si traducono in emendamenti alla Legge di Bilancio.
Le proposte
“Proponiamo l’incremento delle classi a tempo pieno e prolungato in mille scuole primarie e ottocento scuole secondarie di primo grado, selezionate tra i 1400 comuni italiani con il più alto tasso di vulnerabilità sociale e materiale”, questa la prima proposta.
Un secondo aspetto è la riduzione della durata del percorso scolastico: “I nostri giovani vanno via di casa più tardi rispetto agli altri giovani europei, a 30 anni, e il primo giorno di lavoro avviene più tardi (a 21 anni per gli uomini e 26 per le donne – è il peggior dato europeo – con un gender gap significativo). Ridurre di un anno la durata complessiva della scuola, con percorsi quadriennali, diventa ormai un’urgenza”.
Per Azione non è tema solo la durata complessiva dei cicli, ma anche quella annuale: “È importante intervenire sul calendario scolastico: l’Italia è uno dei paesi con le vacanze estive più lunghe, anche se purtroppo un terzo dei ragazzi non va in vacanza. Molti di loro, così, rimangono preda della solitudine e dei social media in questi periodi di vuoto. Bisognerebbe prevedere l’apertura della scuola nei giorni estivi per servizi integrativi. E a proposito di incremento del tempo scuola, altro elemento centrale, come già dicevo, è per noi il tempo pieno: solo il 38% delle classi ha il tempo pieno e questo è un male, perché è stata rilevata una stretta correlazione tra abbandono scolastico e mancanza del tempo pieno, che rappresenta, ovviamente, anche un utile servizio alle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano. Conseguenza di ciò, infine, è il tema degli asili nido, per il quale chiediamo un maggiore stanziamento europeo in merito alla sfera di copertura delle richieste”.
Grippo riporta un altro dato significativo: “I nostri ragazzi hanno sulle spalle circa il doppio delle pagine dei libri francesi e spagnoli, nel senso che facciamo comprare più libri e più pagine. Diventa decisivo, perciò, il tema della smaterializzazione, con uno stimolo più ampio al materiale digitale autoprodotto dagli insegnanti. Siamo inoltre predisponendo un piano di supporto economico a questi costi per le famiglie meno abbienti, anche con riferimento ai Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) delle diverse regioni, affinché siano garantiti i diritti degli studenti di tutta Italia in modo omogeneo”.
Valorizzazione docenti, meno anni di servizio per l’aumento salariale: l’idea di Azione
Tra le proposte collegate dal partito c’è anche quella dello psicologo scolastico: “Due milioni di adolescenti soffrono di disturbi mentali, e 3.6 milioni di casi di disturbi del comportamento alimentare. Abbiamo presentato una legge con altre opposizioni per dotare dello psicologo tutte le scuole di primo e secondo grado, una figura professionale per ogni due classi. Se lo psicologo è presente a scuola, assiste alla vita della scuola e fa parte della comunità scolastica, diventa un confidente un po’ come l’insegnante di educazione fisica. Per i ragazzi è fondamentale il dialogo con adulti non giudicanti, anche per comprendere, con un rapporto facile e quotidiano, che il disagio psichico non è uno stigma”.
Ultimo, ma non ultimo, il tema della valorizzazione dei docenti: “Siamo la nazione europea col maggior numero di docenti over 50, che arrivano tardi ad avere un posto stabile nella loro carriera. A questo si aggiunge che i concorsi sono lenti, lo stipendio di ingresso è inferiore alla media europea, gli scatti sono molto modesti, la legge sulla valorizzazione del merito non è applicata perché non ha copertura economica. La nostra idea è quella di ridurre gli anni di servizio richiesti per l’aumento salariale, per velocizzare la crescita di stipendio, anche con una valorizzazione del merito. Bisognerebbe rivalutare la figura degli ispettori scolastici, una figura terza rispetto alla dirigenza scolastica e agli studenti. Se si aumentasse il loro numero, si potrebbero valutare le performance dei docenti e delle scuole, riconoscendo e premiando le eccellenze”.