Sono 1.519 docenti vincolati che hanno risposto all’ultimo sondaggio della Tecnica della Scuola: 4 insegnanti su 10 dichiarano di dovere affrontare, per raggiungere la propria sede di lavoro uno spostamento di provincia; il 23% si trova in una regione diversa da quella di residenza o comunque da quella in cui vorrebbe essere trasferito; e infine un 35% di insegnanti, che hanno selezionato la casella Altro, affrontano spostamenti interni alla propria provincia o comune di residenza, quindi meno onerosi in termini di denaro e ore di lavoro impiegati.
Le prime due voci (spostamenti di provincia e di regione) ricoprono quindi il 76,4% di risposte, un dato che ci lascia immaginare, per 7 docenti su 10, pesanti ripercussioni sulla propria vita familiare e sulla stessa qualità della didattica, che risente, a detta degli stessi insegnanti, dello stress e della stanchezza accumulati nelle lunghe ore di viaggio e nella lontananza da casa.
Una condizione a ragione della quale i docenti vincolati continuano a farsi sentire, contestando il vincolo triennale a gran voce, dai social alle piazze: dopo gli appuntamenti di Roma, Napoli e Milano, il Comitato nazionale docenti vincolati, manifesterà davanti alla Regione siciliana di Palermo.
A rispondere, prevalentemente i docenti immessi in ruolo nell’anno scolastico 2020-2021, con un 52% di risposte; seguono gli immessi in ruolo in questo anno scolastico, con un 36,3% di risposte.
Quanto ai luoghi in cui si è immobilizzati e al contrario in cui si vorrebbe essere trasferiti, la Lombardia e la Sicilia risultano essere le regioni in cui si è immobilizzati e anche quelle nell’ambito delle quali si vuole ottenere trasferimento.
Infine, quanto al grado di scuola in cui operano i docenti vincolati, i risultati del sondaggio mostrano un’estrema equità tra le aree scolastiche coinvolte, considerando che nel 55,8%, che rappresenta la maggioranza delle risposte, ricade sia la scuola primaria che quella secondaria di primo grado.
Il vincolo alla mobilità è stato istituito dalla legge 159/2019 (che istituisce il vincolo quinquennale) e poi ribadito dal Dl Sostegni bis che riduce il blocco della mobilità a tre anni.
In altre parole i docenti immessi in ruolo, sia dalle graduatorie concorsuali regionali sia dalle GAE provinciali e quindi, per il solo 21/22, anche da GPS di prima fascia e da elenchi aggiuntivi, non possono richiedere il trasferimento, superato l’anno di formazione e prova, né il passaggio di ruolo e/o di cattedra o l’utilizzazione o l’assegnazione provvisoria, né possono trasformare il loro contratto da tempo indeterminato in contratto a tempo determinato, accettando una supplenza di durata annuale per altro ruolo o classe di concorso.
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Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica “La Tecnica della Scuola” nel periodo che va dal 3 al 5 novembre 2021. Hanno partecipato 1.519 soggetti. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici.
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