Attualità

Docenti vincolati: “I sindacati sono con noi”, manifestazione nazionale il 15 ottobre

Dei problemi dei cosiddetti “docenti vincolati” parliamo con Angela Mancusi Presidente del Comitato Nazionale Docenti Vincolati (CNDV) che rappresenta gli insegnanti immessi in ruolo a partire dall’a.s. 2020/21.
Tali docenti ora  impossibilitati per tre anni a trasferirsi dalla sede di titolarità ottenuta all’atto della nomina in ruolo.
Si tratta di docenti che, a differenza di tutti gli altri, non possono presentare partecipare alle operazioni di mobilità e non possono neppure trasformare, ai sensi dell’art. 36 del CCNL, il loro contratto di lavoro da tempo indeterminato a tempo determinato, accettando una supplenza al 31 agosto o al 30 giugno per un’altra tipologia di posto o classe di concorso.

Professoressa Mancusi, innanzitutto quanti sono i docenti vincolati 20/21 e 21/22, quali sono le finalità del vostro Comitato e soprattutto  qual è la proposta che il  CNDV fa alla politica e al sindacato?

A seguito delle immissioni in ruolo di quest’anno, il numero di docenti che risultano attualmente soggetti al vincolo in quanto neo-immessi è di circa 82mila. Questa platea purtroppo è destinata ad allargarsi a macchia d’olio, non soltanto a causa delle immissioni in ruolo che saranno effettuate negli anni a seguire ma anche perché con il Decreto sostegni bis ( DL 73/2019) è stato fatto un ulteriore “regalo” ai docenti, con un vincolo triennale sui trasferimenti che colpirà qualsiasi docente che per il 2022/23 otterrà la mobilità, anche se su preferenza sintetica (distretto, comune e provincia) nei trasferimenti interprovinciali .
Come comitato lottiamo per ottenere l’abrogazione di tutti i vincoli nella mobilità, ivi compresi quelli sulla mobilità annuale, Utilizzazioni e Assegnazioni Provvisorie.
Inoltre, come avviene per tutti i docenti, chiediamo di poter usufruire di quanto prevede l’art. 36 del nostro contratto e cioè di stipulare contratti a tempo determinato per la durata di un anno per altra tipologia di posto o classe di concorso.

In queste settimane avete avuti vari incontri con i Segretari nazionali ovvero esponenti delle segreterie nazionali e regionali  di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Rua, Snals Confsal, FGU e ANIEF, cosa è  emerso da tali incontri?

Nonostante ci siano moltissimi docenti tra i vincolati prevenuti nei confronti delle OO.SS, ci tengo a precisare che in questi incontri è emersa chiaramente la posizione di tutti i sindacati : essi sono tutti schierati apertamente contro i vincoli nella mobilità e sono al fianco dei docenti vincolati.
Questa posizione non deriva solo dalla volontà di porsi ad oltranza a difesa dei lavoratori della scuola ma anche dalla piena consapevolezza del fatto che i vincoli non hanno apportato alcun beneficio al mondo della scuola, diventando all’opposto un deterrente che aggrava ancor più le carenze endemiche di personale che colpiscono alcune aree del nostro Paese.
Tutti i Segretari nazionali sono pronti a lottare per la restituzione della materia mobilità per quanti riguarda i vincoli, com’è giusto che sia, alla contrattazione integrativa nazionale e a tale scopo si sono detti pronti anche a ricorrere alla mobilitazione della categoria, ovviamente affiancando questa nostra vertenza ad altre non meno rilevanti.
È fondamentale che la politica torni a comprendere che la rigidità delle leggi è uno svantaggio se confrontato con la flessibilità della contrattazione, che di anno in anno, può meglio rispondere alle esigenze che possono sopraggiungere all’improvviso e direi che la pandemia ne è la prova evidente.
Molto positivo è anche il clima di confronto e di collaborazione che si è instaurato tra il CNDV e i sindacalisti, che è caratterizzato tanto da una costante comunicazione quanto da queste riunioni che continueremo a portare avanti in modo periodico.

Alcuni esponenti dei partiti e lo stesso Ministro Bianchi obietta  alle vostre richieste, sostenendo che l’accoglimento delle stesse, e cioè  abolire i vincoli per i neo immessi in ruolo, non solo pregiudicherebbe la continuità  didattica, ma lascerebbe scoperte molte cattedre nel Nord del Paese, da dover poi coprire con i supplenti. Come risponde a questa obiezione?

Risponderò a questa domanda dividendola in due parti.
La continuità didattica a scuola non è la regola, ma l’eccezione. Questo è dovuto principalmente a due ragioni.
In primis i dirigenti scolastici hanno il potere di spostare i docenti a loro piacimento e di assegnarli alle classi e se per una qualsiasi ragione il DS decide di spostare un docente da una classe per assegnarlo ad un’ altra, a sua volta un altro docente dovrà prendere il suo posto per non lasciare quel posto scoperto; inoltre i neo-immessi sono solo una piccola percentuale dei docenti di un istituto, mentre tutti gli altri possono effettuare liberamente i trasferimenti e la mobilità annuale, senza contare che spesso il vincolo spinge molti docenti ad optare per il part-time per ridurre gli spostamenti, con conseguenti difficoltà al momento di stilare l’orario, inoltre nella secondaria di secondo grado esistono discipline che vengono insegnate nel solo biennio, e altre in cui il numero di ore varia in base all’anno scolastico, rendendo la continuità impossibile. Ultimo, ma non meno importante aspetto, i docenti vincolati vengono spesso assegnati a classi terminali, rendendo risibile il pretesto della continuità didattica come ragione giustificativa del vincolo triennale.
Per quanto concerne gli esodi da Nord a Sud: tale problematica non concerne i docenti vincolati. I docenti attualmente sottoposti ai vincoli per i neo-immessi provengono tutti da procedure di carattere territoriale, siano esse regionali, come lo scorrimento delle diverse graduatorie di merito o provinciali, come nel caso delle GAE e quest’anno delle GPS di prima fascia e elenchi aggiuntivi , e non da piani straordinari di reclutamento atti a garantire un facile e veloce accesso al ruolo accettati a prezzo di una sede geografica incerta. 
I docenti soggetti a vincolo sono entrati nel 90% dei casi nelle Regioni o Province in cui hanno deciso di vivere con l’interesse, nel caso dei residenti al confine di due regioni, per la possibilità di spostarsi tra due province limitrofe di regioni diverse. Solo una piccola parte, intorno al 10%, vorrebbe spostarsi tra regioni lontane (da Nord a Sud, come da Sud a Nord) in massima parte per dei cambiamenti sopraggiunti nelle loro vite successivamente alle procedure concorsuali svolte.

Riteniamo che tali proporzioni siano perfettamente gestibili dal sistema, dove per altro è impossibile  ottenere il trasferimento in assenza di posti in organico, e ricordiamo che ogni anno vengono concesse a tutti i docenti immessi prima dell’anno 2020/21 le assegnazioni provvisorie interprovinciali su posto di sostegno senza titolo di specializzazione, che contribuiscono massicciamente alle carenze di personale al Nord, e contro cui nessun Ministro ha mai fatto nulla.
Siamo arrivati all’assurdo che un docente non specializzato assunto prima del 20/21 ha potuto chiedere l’assegnazione provvisoria interprovinciale su posto di sostegno e un vincolato specializzato non ha potuto chiedere l’utilizzo su sostegno nella fase provinciale e l’assegnazione provvisoria nella fase interprovinciale.

Dopo l’ incontro con i sindacati come pensate di continuare con la vostra vertenza? Cosa avete in programma?

Ovviamente continueremo a mobilitarci con politici e sindacati, nonché  a interloquire con gli uffici tecnici del Ministero allo scopo di far pervenire le nostre richieste direttamente al Ministro Bianchi, in modo da instaurare un dialogo ed un confronto, non ci fermeremo al virtuale. 
Dopo oltre un anno di lotte continue in cui la pandemia ci ha impedito una massiccia presenza in piazza, abbiamo finalmente organizzato un presidio in cui una nutrita rappresentanza della categoria dei vincolati manifesterà in via Trastevere il giorno 15 ottobre alle ore 14.00 sulla scalinata del Ministero dell’istruzione. Chiunque volesse unirsi a noi per lottare contro questa palese, quanto inutile, ingiustizia, sarà il benvenuto.

Libero Tassella

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