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Bambino di 12 anni si suicida gettandosi dal balcone dopo un rimprovero sui compiti. Il papà: “È colpa mia”

Una notizia terribile: un bambino di dodici anni si è suicidato ieri, 11 ottobre, gettandosi dal balcone di casa al quarto piano, a Roma, dopo un rimprovero subito da parte del padre in merito alla scuola e ai compiti. Lo riporta Il Messaggero.

Tutto è avvenuto dopo una lite con il genitore. Dalla strada alcuni testimoni l’hanno visto lanciarsi nel vuoto, un urlo poi il tonfo. Altri ragazzini lo hanno filmato in diretta. La diffusione delle immagini è stata bloccata dai carabinieri. Purtroppo per il giovane non c’è stato nulla da fare: è morto in ospedale.

Alcuni lamentano ritardi da parte dei soccorsi. “Abbiamo chiamato l’ambulanza in tanti – racconta un testimone – saranno state le 18,45/18,50. Ma non arrivava mai. Sono arrivate prima le pattuglie dei militari. Quel ragazzino respirava ancora. Dalla farmacia sono usciti fuori i sanitari con il defibrillatore. Sono stati minuti carichi d’angoscia. Una dottoressa ha provato a rianimarlo. Molte persone urlavano, altre piangevano. Il respiro diveniva sempre più flebile. L’ambulanza sembrava non arrivare mai, sarà passata una buona mezz’ora”. Sul presunto ritardo, l’autorità giudiziaria, si riserva ulteriori accertamenti. Pare che il padre del ragazzino abbia detto più volte disperatamente: “È colpa mia”.

Cosa fare per prevenire episodi del genere?

“Non è un elemento di routine familiare come un rimprovero a correlarsi direttamente all’episodio – spiega Maria Pontillo, psicoterapeuta dell’Unità operativa del Bambino Gesù – certi esiti sono il risultato di un malessere che era presente e che molto spesso si nasconde dietro a depressioni mascherate di cui è molto difficile cogliere i segni. Chi ne soffre cerca di svolgere le normali attività pur di non essere stigmatizzato. Nella pre-adolescenza non è ancora completamente sviluppata la capacità di ponderare il rischio e il pericolo. Non è maturata la corteccia frontale deputata, ma prevale il sistema limbico che è una parte del cervello che gestisce la componente impulsivo-emotiva”.

Che può fare, dunque, un genitore o un insegnante per prevenire situazioni a rischio? “Innanzitutto, deve sapere che la depressione esiste anche in questa fascia d’età. Ci sono segnali da non sottovalutare come i cambiamenti di umore repentini, con minori che diventano facilmente irritabili o che piangono senza un motivo valido. Altro segnale è l’alterazione dei ritmi del sonno-veglia o del mangiare. Quindi il progressivo isolamento dalle relazioni sociali”.

Redazione

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