Per chi vuole insegnare nelle scuole italiane all’estero i prossimi saranno giorni importanti: fino al 2 maggio 2023 c’è la possibilità di presentare domanda, così come indicato nel bando selettivo, pubblicato lo scorso 31 marzo in Gazzetta Ufficiale per la copertura dei posti di personale docente da destinare all’estero a partire da settembre 2023 e per i prossimi sei anni. La procedura prevede la presentazione della candidatura, se si è in possesso di determinati titoli e requisiti, poi la successiva selezione con colloquio di idoneità. ‘La Tecnica della Scuola’ ha chiesto informazioni dettagliate e consigli per evitare di essere esclusi ad Angelo Luongo, responsabile del dipartimento Uil Scuola Rua Esteri, che da decenni segue questo versante della scuola.
Luongo, cosa sono le docenze all’estero?
Quando si parla di docenti all’estero si intendono specifiche graduatorie o di alcune aree linguistiche di precise classi di concorso, per le quali essendo esaurite le precedenti il ministero dell’Istruzione decide di svolgere nuove selezioni. Da queste, verranno poi elaborate nuove graduatorie da cui attingere per nominare sulle scuole italiane all’estero per i prossimi anni.
Quali sono le classi di concorso per le quali sono previste le selezioni?
La scuola primaria dell’area tedesca, l’insegnamento delle materie letterarie nella scuola media sempre per l’area linguistica tedesca, così come tecnologia al primo grado e anche arte e immagine sempre alle medie; abbiamo quindi matematica e fisica al secondo grado. Sono diverse, comunque, le classi di concorso interessate. Agli interessati consiglio di consultare la scheda allegata al bando.
Per quanti posti si concorre?
Ad oggi, dalle scuole italiane all’estero non sono stati ancora resi noti i posti vacanti. Quelli che comunque dal primo settembre 2023 saranno disponibili: queste cattedre saranno rese pubbliche non prima della fine del mese di giugno attraverso il ministero degli Affari Esteri, con pubblicazione sul sito del ministero dell’Istruzione dell’elenco dei posti che si libereranno per il rientro del personale anche per fine mandato.
Ci dà dei ragguagli su tempi e requisiti per presentare domanda per insegnare all’estero?
La scadenza per candidarsi è l’inizio di maggio. Occorrerà essere in possesso di tre requisiti: avere almeno quattro anni di servizio effettivo di ruolo nella specifica classe di concorso per la quale è prevista la selezione; essere in possesso di un titolo linguistico di livello almeno B2 della lingua o delle lingue richieste per la selezione; il terzo requisito è avere un attestato di frequenza di un corso di formazione rilasciato da un ente di formazione riconosciuto dalla parte amministrativa delle istituzioni di almeno 25 ore, un corso di formazione nel campo dell’intercultura.
Come si fa la domanda di partecipazione?
C’è da presentare la domanda attraverso un portale e allegarvi l’autocertificazione dei vari titoli conseguito. Successivamente, assisteremo alla pubblicazione delle graduatorie che conterranno il punteggio dei titoli assegnati. In alcuni casi può esservi necessità di una revisione. C’è anche un periodo di tempo per presentare reclamo. Contestualmente alla pubblicazione della prima graduatoria contenente i titoli, saranno indicate le date in cui si svolgeranno i colloqui.
È previsto un punteggio minimo per superare il colloquio selettivo per recarsi all’estero?
La prova selettiva è prevista successivamente e sarà superata se si conseguirà il punteggio minimo di 36 sessantesimi. Questo punteggio si aggiungerà al conteggio dei titoli culturali professionali di servizio: tutti insieme, formeranno il punteggio complessivo con cui il docente si inserirà nella graduatoria.
Parliamo di graduatoria esaurite che vengono costituite dall’anno prossimo per quanti anni?
La normativa vigente prevede che le graduatorie abbiano una validità di sei anni scolastici, salvo esaurimento.
È già avvenuto che si esauriscano?
Sì, faccio l’esempio dell’area linguistica tedesca alla scuola primaria: l’attuale è il terzo anno consecutivo in cui assistiamo a una nuova selezione, proprio per esaurimento delle precedenti graduatorie. Invece, vi sono altre graduatorie del concorso ‘madre’ 2019 che sono ancora numerose e quindi proseguono.
Qual è lo stipendio medio di un docente in ‘trasferta’ all’estero?
Oltre allo stipendio italiano, il docente che insegna all’estero percepisce una indennità di sede che è calcolata in base a specifici coefficienti e al grado di disagio della sede estera: questa, può corrispondere ad una somma mensile che può andare dai 2.500-2800 euro fino a un massimo di 4.000 euro.
Altre indennità?
Viene riconosciuto alla personale scolastico all’estero anche il contributo spese per l’abitazione, per l’affitto dell’abitazione durante tutto il periodo di servizio. A questo, si aggiungono le indennità previste per il coniuge e per i figli a carico: per questi, si prendono attorno a un migliaio di euro ciascuno. Più un contributo da intendere come indennità di prima sistemazione e un ulteriore contributo come indennità di rientro, che va dai 5.500 ai 6.000 euro.
Il docente che decide di fare il concorso può avere assistenza dal sindacato?
Sì, anche per formarsi e per prepararsi alle prove. Come Uil Scuola Rua siamo a disposizione con il nostro Dipartimento estero per fornire tutte le informazioni e l’assistenza presso le nostre sedi, anche direttamente quella nazionale. Inoltre, stiamo allestendo una serie di webinar di preparazione, sia per presentare la domanda, sia successivamente per la preparazione della prova orale. Tutto questo, naturalmente, è possibile con l’aiuto e la collaborazione di tanti nostri docenti in servizio all’estero e delle Rsu, che forniscono un contributo di esperienza e professionalità.
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