Scritto sull’abbrivio dei dialoghi platonici, per cui alle domande dei dubbiosi è per lo più Socrate a spiegare gli arcani, educando così e ammaestrando, e che dunque richiama la “Paideia”, è anche questo libro “Educarsi ed Educare al web. 30+1 riflessioni, consigli e idee per tutti”, di Marco Pappalardo e Alfredo Petralia, Edizioni San Paolo, 12,50 Euro.
Una strategia comunicativa dunque che, seppure appartenuta al mezzogiorno della filosofia greca che cerca di scrollarsi i sofisti, in questo libro appare del tutto nuova, al di là dell’arido saggio e al di là della lezione ex cattedra tenuta da esperti, anche di chiara fama, ma che dimenticano spesso che la conoscenza ama la chiarezza e la lucidità fulminante delle idee.
Ebbene questo volume, strutturato in forma di “tematica-dialogo- domanda- tesi e antitesi”, pone 31 (30+1) domande-riflessioni che riguardano altrettanti problemi che ogni giorno docenti e alunni devono affrontare, ma spesso senza riuscire a entrarvi, con la lucidità opportuna, esplorandone la natura più intima della questione stessa.
E allora fra le domande: Virtuale o reale? Condivisione o narcisismo? Cultura o imbarbarimento? Cyberbullismo o bravata? E così via le altre questioni, a cui gli autori danno le risposte coerenti con la loro formazione, i loro studi, le esperienze, le conoscenze acquisite.
I problemi legati all’uso del web, di questi tempi imbrigliati pure nella didattica a distanza (una Appendice sulla didattica a distanza con consigli pratici per gli studenti, genitori e insegnanti si trova proprio alla fine del testo), con le relative proposte per sfruttare questo straordinario mezzo a nostro favore e non farsi da lui sfruttare e dirigere, è l’altro senso intimo del libro. Perché il pericolo reale è proprio questo, commentano gli autori, l’uno docente e giornalista e l’altro tecnico informatico, che magari da una semplice ricerca di natura didattica ben presto, seguendo un filo di Arianna perverso, si arrivi dentro portali pericolosi e infidi come le sabbie mobili.
Ma non solo, oltre ai consigli, con relativa domanda, sull’uso moderato dei social, l’altro senso dichiarato del testo di Pappalardo e Petralia è anche quello navigare nel vasto mare del web “adelande ma con juicio ”, senza vederlo come male assoluto, bensì come fonte di conoscenza e argomento di studio per sfruttarne i vantaggi e i lati positivi, e allo stesso tempo per non lasciarsi rubare la libertà, la coscienza critica, le relazioni con gli altri, il rapporto con se stessi e la famiglia, i talenti da coltivare e i valori da proteggere.
Delle schede esplicative, come quella fantastica di come riconoscere le false notizie, compendiano il libro.
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