La polemica da qualche giorno gira in rete e sono in tanti a voler sapere i nomi degli esperti del Miur che hanno formulato le domande scritte di Storia che il 18 maggio scorso sono state rivolte ai concorrenti del concorsone.
Il caso è stato sollevato dal Corriere della Sera e poi ripreso da un po’ tutti i siti alcuni dei quali hanno riportato le domande che oggettivamente oltre a essere cervellotiche imporrebbero molto tempo sia per capirle e sia per rispondere adeguatamente e non certamente nel breve lasso di qualche minuto. I candidati invece hanno avuto un quarto d’ora per ogni quesito, un’ora e mezza per rispondere a tutti.
Ecco qualche esempio:
1) il warfare nel passaggio da età medievale a età moderna;
2) le migrazioni come fondamento delle società umane dal XII al XXI secolo;
3) la national building (che, in realtà si chiama «nation building», ma i professoroni solo loro, mica noi) tra ‘800 e ‘900. Spiegare il sistema concettuale e analizzare un caso specifico;
4) l’elezione di Barack Obama e la storia degli afroamericani dal XVIII al XXI secolo;
5) la storia dell’Islam dal VII al XXI secolo;
6) a cosa può servire la disciplina storica per l’orientamento lavorativo degli studenti.
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Se per un verso è giusto che un insegnante sia preparato e competente, dall’altro però non bisogna esagerare anche perché per ogni domanda si chiedeva «la definizione del problema, il percorso didattico, la bibliografica specifica sia storiografica sia riferita alle fonti, la filmografia» e l’indicazione delle appropriate gite scolastiche in relazione a ognuno dei temi suddetti. Per Galli della Loggia, l’editorialista del Corriere, questa è “l’ennesima dimostrazione del marasma che da tempo domina il Miur: che una serie di riforme inconsulte, una raffica di disposizioni cervellotiche e demagogiche, programmi insensati ed esperti supponenti hanno ormai condotto sulla soglia di un vero e proprio impazzimento”.
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