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Domani 11 aprile sciopero dei sindacati e manifestazione coordinamenti precari: presidio a Roma sotto il Miur

Domani, venerdì 11 aprile, i precari della scuola pubblica si fermano e scendono in piazza Roma: lo sciopero generale della categoria è stato indetto da una serie di organizzazioni, tra cui il “Coordinamento nazionale Precari Uniti contro i Tagli”, che per l’occasione nella stessa giornata ha organizzatoun presidio, a partire dalle ore 10,00 davanti la Ministero dell’Istruzioneinviale Trastevere a Roma. I precari chiedono di incontrare il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, per porgergli dei quesiti su ritiro dei tagli, assunzioni, scatti di anzianità, ferie non godute, futuri sistemi di reclutamento.
I precari sono preoccupati delle continue esternazione del Ministro sulla necessità di tagliare di un anno la durata delle scuole superiori e di introdurre un meccanismo di chiamata diretta degli insegnanti da parte del dirigente scolastico. Inoltre, Giannini fa parte di una coalizione politica, Scelta Civica, che non ha mai nascosto il desiderio di portare l’orario settimanale di tutti i docenti a 24 ore settimanali d’insegnamento frontale.
Lo sciopero di domani è stato proclamato anche da una serie di organizzazioni sindacali di comparto, che hanno allargato la protesta a tutto il personale scolastico e della formazione, anche di ruolo, quindi docenti, dirigenti e ATA e addetti ai servizi esternalizzati. Sono esenti dalla protesta solo le “zone colpite da calamità naturali accertate o interessate da consultazioni elettorali”. Alla giornata di protesta aderisce il Coordinamento Lavoratori scuola, che già da due settimane ha attivato un presidio davanti alla sede del Partito Democratico a Milano, sempre con l’intento di chiedere un impegno sul tema della Scuola Pubblica e della stabilizzazione di chi insegna da troppi anni come precario.
Il sindacato Anief reputa giuste le rivendicazioni dei precari della scuola ed è solidale con i manifestanti. Nella stessa giornata, il presidente nazionale dell’Anief, Marcello Pacifico, di ritorno da Lussemburgo, dove ha assistito all’audizione delle parti coinvolte nel ricorso allaCorte di Giustizia Europea sull’abuso di precariato in Italia, il cui esito si conoscerà nei prossimi mesi, si confronterà con il personale della scuola nel corso di un seminario di legislazione scolastica. Durante l’incontro, che si svolgerà presso l’istituto “Paolo Stefanelli”, si approfondiranno diversi temi riguardanti da vicino il precariato scolastico italiano: dalle progressioni di carriera al merito, dagli anni di precarietà al processo contorto che porta alla stabilizzazione, con indicazioni sulle norme nazionali e sul diritto comunitario, sulla tutela giurisdizionale e sulla riforma.
“L’Anief – sostiene il presidente Marcello Pacifico – combatte da anni per la salvaguardia del diritto alla parità di trattamento, all’equa retribuzione, alla stabilizzazione, al lavoro, alla dignità della professione di insegnante: sono tutti punti presenti nelle nostra Costituzione e protetti dall’ordinamento comunitario, ma sempre dimenticati dai nostri governanti. I quali preferiscono calpestarli per presunte ragioni finanziarie. Che, tra l’altro, nemmeno esistono: di recente la Ragioneria dello Stato ha dimostrato che tenere in piedi il meccanismo infernale del nostro precariato scolastico costa alle casse pubbliche centinaia di milioni di euro in più”
A tal proposito, un recente studio Anief ha evidenziato come per il funzionamento ordinario degli istituti scolastici tra il 2001 e il 2013 i supplenti annuali sono passati da 105 mila a 140 mila. E nel contempo le spese per il personale a tempo determinato si sono incrementate di 348 milioni di euro dal 2007 (+68%), mentre nello stesso periodo nel settore della Sanità pubblica – dove si è proceduto alla stabilizzazione di 24 mila unità – si è prodotto un risparmio di 80 milioni di euro.
“Il nostro sindacato – continua Pacifico – ha inoltre dimostrato che oggi ci sono già 100 mila posti vacanti e disponibili in organico di diritto. Se inoltre innalzassimo l’obbligo scolastico fino a 18 anni e anticipassimo l’inizio della scuola a 5 anni, si diminuirebbero i Neet e si creerebbero dei posti di lavoro sufficienti per assumere anche i 100 mila docenti che si sono abilitati con l’ultimo concorso e con il TFA, quelli che hanno acquisito il diploma magistrale fino al 2001 e che si abiliteranno con i PAS nei prossimi tre anni. In questo modo si dimezzerebbero in un colpo solo le presenze nelle graduatorie ad esaurimento già dalla prossima estate: i posti ci sono, manca solo – conclude il sindacalista Anief – la volontà politica”.
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