Dopo 16 giorni di lezioni sospese per le vacanze natalizie, la mattina di lunedì 8 gennaio tornano sui banchi oltre sette milioni di studenti di ogni ordine e grado per la ripresa delle lezioni. Una parte degli studenti delle scuole superiori torneranno in un contesto contrassegnato dall’incertezza, dovuta al possibile dimensionamento del loro istituto, ma anche alla possibilità (nei tecnici e professionali) che la loro scuola aderisca al percorso abbreviato su 4 anni oppure (nei licei di Scienze umane) che gli organi collegiali dicano sì al liceo Made in Italy.
Secondo pediatri e medici il rientro in classe sarà contrassegnato dalle influenze stagionali e i vari virus respiratori che dopo la pandemia da Covid (probabilmente non indossando più le mascherine e non osservando più la prevenzione legata all’aerazione degli ambienti chiusi e alla distanza minima) sembrano essere tornati più virulenti che in passato.
Complice il ritorno delle basse temperature e in attesa del picco delle influenze stagionali, che secondo gli esperti non sarebbe lontano, il rischio è che nei prossimi giorni si possa assistere ad un vero e proprio boom di contagi proprio a seguito della riapertura degli istituti scolastici.
Quanto accaduto nei giorni passati non fa sperare bene: secondo il nuovo bollettino della sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, nella settimana tra Natale e Capodanno sono stati addirittura oltre un milione gli italiani messi a letto da sindromi simil-influenzali. Anche se il numero reale potrebbe essere ancora più alto, a causa dei ritardi di notifica causati dalle festività di fine 2023.
Di certo, la scorsa settimana i bambini più piccoli sono stati tra i maggiormente colpiti: se l’incidenza media nella popolazione è stata di 17,5 casi per mille abitanti, al di sotto dei cinque anni, hanno contratto i virus respiratori 48,7 bimbi ogni mille.
“Al momento è difficile prevedere quando ci sarà il picco. È tuttavia probabile che nelle prossime settimane ci sarà ancora una circolazione sostenuta dei virus respiratori, specie con la riapertura delle scuole“, ha detto all’agenzia Ansa Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità.
Complessivamente, se si comprende anche il periodo autunnale, ci si avvia verso i 7 milioni di casi. Dal novembre scorso infatti, da quando cioè è partita la sorveglianza, in tutto si possono contare ben 6,7 milioni i casi di influenza in Italia.
La quantità di popolazione malata, comunque, al momento non sembra altissima: nel 2022/23, infatti, si erano toccati i 14 milioni di casi totali.
Il rapporto Iss mostra inoltre che tra i virus responsabili delle infezioni, aumenta l’impatto di quelli influenzali. Tra campioni analizzati dai laboratori RespiVirNet, il 37,5% è risultato positivo per l’influenza.
Nel frattempo, sembra rallentare l’avanzata del Covid: secondo l’ultimo monitoraggio del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, nell’ultima settimana l’indice di trasmissibilità è stabile e sotto soglia epidemica a 0,75.
Inoltre, scrive ancora l’Ansa, risultano in calo i contagi segnalati (38.736) e i ricoveri, sia nei reparti sia in terapia intensiva: l’occupazione dei posti letto in area medica è al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11% rilevato al 27 dicembre, mentre l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva è al 2,8% (246 ricoverati) rispetto al 3,2% della settimana precedente.
Secondo Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione Sanitaria del ministero della Salute, “l’andamento epidemiologico” delle infezioni da Covid, risulta “poco impattante sui ricoveri ospedalieri, indicatore certamente oggi più affidabile e significativo, oltre che in un decremento degli indici di contagio e trasmissibilità”.
Risultano invece in aumento i decessi da Covid (371), ma bisogna considerare che il numero “include anche i dati delle settimane precedenti che non erano stati notificati da parte di alcune Regioni”, sottolinea Vaia aggiungendo che occorre “mantenere i presidi di prevenzione e terapeutici per i più fragili” e rileva che “come prevedibile ed in linea con gli altri Paesi, cresce ancora l’influenza che si somma alla trasmissione di altri virus respiratori”.
Sui vaccini anti-Covid, infine, giungono dati positivi: uno studio pubblicato su Eurosurveillance, la rivista European Centre for Disease Prevention and Control, ha confermato un buon livello di protezione del vaccino aggiornato a XBB.1.5, che ha mostrato un’efficacia del 70,7% contro il ricovero e del 73,3% dalle cure in terapia intensiva nei primi due mesi della campagna vaccinale in Olanda.
In Spagna, comunque, la ministra della Salute Monica Garcia ha invitato “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti particolarmente affollati, visto il “notevole aumento” di virus respiratori in circolazione.
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