Attualità

Domenica 25 aprile: festa della Liberazione, è il 76° anniversario

“Bella ciao” è ormai la canzone che in ogni parte del mondo i cittadini cantano quando al loro risveglio trovano la Patria occupata da stranieri, che non sono solo quelli venuti da oltre i confini nazionali, ma anche gli oppressori della libertà covanti all’interno. Non appartiene dunque ai comunisti “Bella ciao”, ma a tutti i popoli oppressi.

E per questo in Italia è la canzone della Liberazione dal nazifascismo che si festeggia il 25 aprile di ogni anno, per ricordare il momento fondativo della Repubblica Italiana, quando il Clnai proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori, prima dell’arrivo delle truppe alleate, emanando pure dei decreti legislativi con cui assumeva il potere “in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano”.

La Resistenza dunque è l’espressione della intera società italiana che subì il fascismo e che quasi al termine della Seconda guerra mondiale lo sconfisse definitivamente. È vero che essa ha avuto caratteristiche trasversali, compresa la differenza di età fra gli alti comandi del CLN, i responsabili politici o militari, e i giovani che imbracciarono le armi, che poi furono quelli che frequentarono le scuole fasciste, indossarono le divise di “Balilla” e che furono indottrinati all’odio raziale, ma è anche vero che l’importanza della Resistenza, come dice il prof Barbero, “è innanzitutto di tipo spirituale, simbolico; è il senso del riscatto di un Paese che esce da un’ubriacatura – quella fascista – durante la quale gli italiani avevano commesso crimini di tutti i generi contro loro stessi e contro gli altri popoli”.

È chiaro che la Resistenza italiana non ha liberato da sola il Paese, ma è anche chiaro che si è configurata come una spina nel fianco per gli occupanti tedeschi e per la Repubblica di Salò, tanto che per combatterla e conquistare il controllo del territorio, tedeschi e fascisti dovettero impiegare parecchie divisioni, sebbene di seconda categoria, ma che dovettero essere distolte da altri fronti, dove avrebbero potuto rivestire un’utilità cruciale. 

“Dal punto di vista militare è dunque evidente che la Resistenza ha avuto un suo peso. Non a caso, gli Alleati nonostante fossero preoccupati che ci potesse essere una Resistenza comunista, che avrebbe potuto in seguito minacciare di prendere il potere in altri Stati, sostennero comunque la Resistenza, ritenendola un contributo significativo al loro sforzo bellico”.

Di sicuro se non avessero vinto quei ragazzi che si ritrovarono sulle montagne con i mitra in mano per contrastare l’esercito tedesco appoggiato dai repubblichini di Salò, oggi la storia sarebbe un’altra e di sicuro i fondamenti di libertà, democrazia, uguaglianza sarebbero rimasti quelli che Hitler e la sua squadra propugnavano.

 Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale ANPI, in un comunicato scrive: Viviamo un difficile inverno per le persone e per la democrazia. Stiamo organizzando un 25 aprile di nuova primavera e di memoria attiva: il Paese si riunirà intorno a quella straordinaria stagione di speranza. Conquistammo democrazia, libertà e giustizia sociale, che non sono mai date una volta per sempre. E non basta difenderle; dobbiamo espanderle ogni giorno, come se ogni giorno fosse il 25 aprile“.

In ogni caso domenica 25 aprile 2021 le iniziative nei luoghi storici della Resistenza saranno online.

In modo particolare a Marzabotto (Bologna) alle ore 9,30 ci sarà la deposizione delle corone al Sacrario dei caduti.

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Pasquale Almirante

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