Fino all’8 febbraio (è stata aperta giovedì 29 gennaio) si tiene a Firenze nella Galleria di Via Larga della Provincia la mostra fotografica: “Barbiana: il silenzio diventa voce”. Nell’occasione sono esposti anche un quadro e quattro disegni anatomici che portano la firma di Lorenzo Milani al tempo del suo interesse per la pittura (1941-1942).
Infatti il giovane Milani, subito dopo aver concluso il liceo, si iniziò a dedicare alla pittura, anche se il padre la trovava una “bambinata”, mettendo in calce lo pseudonimo di “Lorenzino dio e pittore”. Come maestro ebbe il grande pittore Hans Joachin Staude (1904-1973), il quale lo avvicinò alla ricerca del bello nell’arte figurativa che Lorenzo ritrovò nell’estetica sacra e nel fascino della liturgia: elementi essenziali per la sua conversione al cattolicesimo.
In effetti, già chierico, dopo la sua entrata in seminario nel 1943, Lorenzo Milani, quando andò a ritrovare il suo maestro Staude, il quale da non credente chiese il motivo della sua scelta, rispose: “E’ tutta colpa tua, perché mi hai parlato della necessità di cercare sempre l’essenziale, di eliminare i dettagli e di semplificare, di vedere le cose come un’unità dove ogni parte dipende dall’altra. A me non bastava fare tutto questo su un pezzo di carta coi colori. E ho preso un’altra strada”.
Non è un caso quindi che anche nell’esperienza della scuola di Barbiana il Priore darà grande importanza all’arte, non solo nelle decorazioni degli altari, delle vetrate, degli affreschi e della canonica, ma anche nell’organizzare un vero e proprio laboratorio di pittura in cui i ragazzi avevano scoperto un metodo economico e redditizio per fare i colori.
Famoso è rimasto poi il mosaico realizzato da don Lorenzo Milani e dai suoi allievi con pezzetti di vetro colorati, che ancora oggi si può ammirare nella chiesetta di Barbiana: un ragazzo in saio che legge un libro, il cosiddetto “Santo Scolaro”.
Insomma la mostra di Firenze di questi giorni è l’occasione per cominciare un lavoro sistematico, rigoroso e riflessivo sul ruolo fondamentale che l’arte ha rivestito nella vita del Priore di Barbiana.