Il 27 maggio prossimo si celebreranno i 100 anni dalla nascita di Lorenzo Milani, una delle più importanti figure di educatore del Novecento.
Quale lezione ha lasciato Don Milani? Il nostro vicedirettore, Reginaldo Palermo, ha intervistato la storica e scrittrice Vanessa Roghi per analizzare il concetto di educazione linguistica così come era declinato dal Priore di Barbiana.
La studiosa parla di Don Milani usando il binomio “analfabetismo e democrazia”: “Non possiamo prendere Don Milani come un esempio, una sorta di Bignami a cui guardare per fare scuola oggi. Malgrado sia una figura legata al suo tempo, con le sue contraddizioni, c’è la forza di alcuni problemi che pone”, ha detto.
La Roghi parla di “dominio della parola”: “Don Milani si è reso conto che nessuno può essere un buon cristiano se non sa intendere il Vangelo. Prima dell’educazione cristiana bisogna occuparsi dell’educazione linguistica. Per Don Milani i cristiani dovevano essere persone decenti”.
“Un’altra cosa che dice è che la parola è come una soglia, un luogo in cui si può accogliere ma anche tenere fuori le persone. Per il Priore è sempre fatta per accogliere, ma deve essere una scelta”, ha aggiunto.
E’ tutto pronto a Vicchio per l’evento dell’anno nel piccolo Comune del Mugello, in provincia di Firenze. Il nome di Don Lorenzo Milani è indissolubilmente legato a quello di Vicchio perché proprio qui, dalla fine degli anni 50 e fino alla sua morte nel 1967, egli svolse il suo incarico di parroco nella piccola frazione di Barbiana.
E proprio a Barbiana si sviluppò la straordinaria esperienza di una scuola innovativa non solo sotto il profilo didattico ma soprattutto sotto l’aspetto umano e politico. Esperienza che, come è noto, è ben descritta e documentata nel libro “Lettera ad una professoressa” scritto dagli stessi alunni del Priore.
“Era un maestro don Lorenzo Milani, un vero maestro – dice il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, come riporta il quotidiano La Nazione – e i veri maestri non smettono mai di insegnare. C’è sete di giustizia, di conoscenza, di dignità in questo complesso mondo di oggi e le parole, i pensieri e le azioni del parroco di Barbiana rappresentano un patrimonio vivo, di inestimabile forza e valore per le donne e gli uomini di buona volontà. Ricordare i cento anni dalla nascita di don Lorenzo sono certo che non sarà solo una doverosa celebrazione, ma soprattutto una nuova assunzione di impegno”.
“L’esperienza educativa e scolastica di Barbiana – dichiara sempre alla Nazione il sindaco di Vicchio Filippo Carlà Campa – segnò i tempi, cambiò la società. Uguaglianza delle opportunità, lotta alle ingiustizie e a ogni forma di esclusione, diffusione della conoscenza e della cultura, l’impegno civile individuale dell’’I care’… Barbiana, don Milani sono ancora oggi tutto questo. Un’eredità che possiamo onorare degnamente solo mettendola in pratica ogni giorno”.
E, a sottolineare l’importanza della ricorrenza, sabato 27, a Vicchio, ci sarà anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Il 26 maggio alle ore 16.30 la nostra testata proporrà una diretta con esperti che ben conoscono il lavoro e l’opera del “Priore di Barbiana”: Enrico Bottero, pedagogista e ricercatore e un ex alunno di Don Milani, Paolo Landi.
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