Attualità

Don Pino Puglisi, il ricordo sempre vivo a trent’anni dall’omicidio mafioso

Era il 15 settembre 1993 quando don Pino Puglisi fu ucciso nel quartiere Brancaccio di Palermo per mano e volontà della mafia. Molte le iniziative per ricordarlo. Ieri sera in piazzale Padre Pino Puglisi, nel luogo dove venne assassinato, si è svolta una veglia di preghiera, che ha fatto seguito a un corteo e una fiaccolata. Oggi alle ore 18.00 nella Cattedrale del capoluogo siciliano ci sarà la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei.

Naturalmente il sacerdote è stato ricordato anche nell’Istituto comprensivo statale di Brancaccio intitolato a “Padre Pino Puglisi”. Quando era parroco aveva fatto più volte la domanda al Comune per donare ai ragazzi del quartiere una scuola media. Ma non ne vide la realizzazione perché solo dopo la sua morte le istituzioni decisero di costruire una scuola media nel quartiere e i lavori di costruzione iniziarono nel 1995 venendo completati nel 2000.

Sacerdote, educatore dei giovani e insegnante

Giuseppe Puglisi, che nacque proprio nello stesso quartiere palermitano di Brancaccio il 15 settembre 1937 e venne vilmente assassinato dalla mafia nel giorno del suo 56° compleanno, è stato anche docente di matematica e poi di religione presso varie scuole (ad esempio ha insegnato pure presso un liceo classico del capoluogo siciliano dal 1978 al 1993). Don Puglisi è stato soprattutto un instancabile educatore.

Come riportato in un articolo pubblicato tempo fa on line da Famiglia Cristiana “riusciva a coinvolgere nei gruppi parrocchiali un sempre crescente numero di ragazzi togliendoli dalla strada (e quindi dalla criminalità). La sua fu una lotta aperta e dichiarata alla mafia che, sentendosi punta e minacciata da questo prete esemplare e dalla sua opera che si diffondeva rapidamente, commissionò così il suo omicidio”.

Il 29 settembre 1990 fu nominato parroco della chiesa di San Gaetano, a Brancaccio, e nel gennaio 1993 inaugurò il centro “Padre Nostro”, che divenne il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere, un luogo di incontro e formazione. E don Pino, che è stato beatificato il 25 maggio 2013, applicò nella sua vita impegno evangelico e sociale, attraverso fatti concreti.

Coinvolgendoli in varie attività, si impegnò per togliere dalla strada tanti giovani che, senza il suo aiuto, sarebbero stati probabilmente risucchiati dalla criminalità organizzata. La sua attenzione si rivolse anche al recupero degli adolescenti già reclutati dalla criminalità mafiosa, riaffermando nel quartiere palermitano una cultura della legalità illuminata dalla fede.

Dal marzo del 1990 svolse il suo ministero sacerdotale anche presso la “Casa Madonna dell’Accoglienza” dell’Opera pia Cardinale Ruffini in favore di giovani donne e ragazze-madri in difficoltà.

La cultura mafiosa si sradica con la cultura della legalità, e la legalità è un campo che necessita di essere arato e seminato costantemente. Don Puglisi è stato sicuramente, ed è ancora oggi con il suo esempio, una di quelle figure che ha avuto cura di questo campo alla luce della fede – ha detto a Interris.it don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’Associazione Meter (sin dal 1989 impegnata attivamente nel contrasto alla pedofilia e alla pedopornografia online) – e don Puglisi parlava di legalità illuminato dal Vangelo, cercando il dialogo con tutti. Nelle strade di Brancaccio parlava con i bambini in modo semplice, gli trasmetteva il messaggio evangelico che è vita, amore e incontro svincolati dai legami della schiavitù e della corruzione”.

Andrea Toscano

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