
Il presidente degli Stati Uniti d’America procede con il suo piano verso lo smantellamento del Department of Education, ossia il ministero dell’Istruzione del Governo. Un video, pubblicato da La Repubblica, immortala Trump che firma un ordine esecutivo che impone alla segretaria dell’Istruzione Linda McMahon di intraprendere tutte le misure necessarie per farlo.
Trump seduto su un banco
La firma ha avuto luogo nel corso di una cerimonia nella East Room della Casa Bianca, con il tycoon circondato da bambini seduti ai banchi di scuola. Per l’occasione, in realtà, come spiega Il Sole 24 Ore, è stata allestita alla Casa Bianca una classe, con i bachi di scuola, e Trump si è seduto con gli studenti in uno di questi banchi.
“Il controllo dell’istruzione da parte del governo federale ha deluso studenti, genitori e insegnanti. Dal 1979 sono stati spesi oltre tremila miliardi di dollari senza miglioramenti significativi nei risultati degli studenti, basandosi sui punteggi dei test standardizzati”, ha dichiarato il presidente USA.
Ordine esecutivo, però, non significa approvazione automatica, come specifica Open. Almeno non per quanto riguarda i documenti che stabiliscono l’abolizione di un Dipartimento governativo. In questi casi, infatti, è necessaria l’approvazione della legge da parte del Congresso, in particolare del Senato.
Cosa succede adesso?
Qui i repubblicani di Trump detengono una maggioranza di 53 seggi a 47, ma per abolire il Dipartimento dell’Istruzione servono almeno 60 voti. Tradotto: 7 democratici devono voltare le spalle alle linee guida (e alle idee) del loro partito e sostenere il proposito del tycoon. Una prospettiva a dir poco improbabile.
Il Dipartimento dell’Istruzione al momento gestisce oltre 100mila scuole pubbliche e 35mila private, a cui però fornisce solamente il 15% dei finanziamenti. Il restante 85% era dunque già in mano agli Stati e agli enti locali. La chiusura del Dipartimento, però, potrebbe anche comportare l’interruzione dei programmi di finanziamento a livello delle scuole K-12 (dall’asilo al liceo) e andare a intaccare per decine di miliardi di dollari il sistema di assistenza e prestiti agli studenti universitari, i cui debiti al momento ammontano a 1.600 miliardi.