Sabato 25 novembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Da domani sarà attiva una no stop di 16 giorni di attivismo contro la violenza sulle donne in tutto il mondo: è la campagna dell’Onu 2017 per concludersi il 10 dicembre, Giornata per i diritti umani. Un ponte tra due date che vuole proprio sottolineare il fatto che la violenza contro le donne è una vera e propria violazione dei diritti umani.
La campagna UNiTE dell’Onu si concentra quest’anno sul tema “Nessuno deve essere lasciato indietro: poniamo fine alla violenza contro le donne e le ragazze”, a partire da quelle più fragili e vulnerabili: tra i rifugiati, i migranti, le minoranze, i popoli indigeni e le popolazioni colpite da conflitti e disastri naturali.
Anche la scuola scende in campo con iniziative dedicate. Così il sottosegretario all’Istruzione, Angela D’Onghia: “E’ necessario partire dalle scuole, dall’educazione, dai bambini a cui va insegnato il vero valore dei sentimenti, il senso di condivisione e aiuto, affinché sappiano coltivare relazioni sane e comprendere il significato reale dell’amore. In questo modo possiamo attivare modelli corretti di convivenza per contrastare le forme di violenza nei confronti delle donne. Non bastano leggi,manifestazioni, battaglie: dobbiamo partire dai banchi di scuola per scardinare atavici modelli culturali basati sulla sopraffazione dell’uomo sulla donna. In questa direzione vanno le Linee guida nazionali del Ministero per la promozione dell’educazione alla parità tra i sessi e la prevenzione della violenza nell’ambito del Piano nazionale per l’educazione al rispetto. Si tratta di uno strumento culturale fondamentale che sensibilizza le scuole, gli studenti e le famiglie su questo tema e mette al centro l’educazione e la dignità della persona”.
“Lo squilibro di potere nella gerarchia sociale assegna ancora oggi alle donne un ruolo subalterno che genera spesso lo sfruttamento e le violenze fisiche e psicologiche che continuano a riempire le pagine di cronaca nera. Si tratta di un fenomeno strutturale della società che dobbiamo combattere con decisione in una alleanza tra istituzioni, scuola, università, società civile. E’ una battaglia che riguarda tutti e necessita di una vera e propria mobilitazione delle coscienze”, conclude la sottosegretaria D’Onghia.
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