Donne discriminate nelle materie Stem? C’è un dato in controtendenza: per quanto riguarda le competenze digitali, le ragazze di terza media superano i compagni maschi. E’ quanto emerge dagli esiti italiani dell’Indagine IEA ICILS svoltasi nel 2023.
Le donne ottengono risultati migliori degli uomini, in literacy digitale, in 28 paesi. In Italia le donne conseguono un punteggio di 500 contro 482 degli uomini. In pensiero computazionale nella maggior parte dei Paesi le differenze di genere, invece, non sono significative.
La differenza tra maschi e femmine in literacy digitale è significativa in tutte le macroaree geografiche, ad eccezione del Nord Ovest. In pensiero computazionale, invece, la differenza è significativa e a favore dei maschi solo nel Nord Ovest.
Si tratta di un dato che spicca: per anni si è avuto un forte pregiudizio nei confronti delle donne impegnate in materie Stem, come l’informatica. Questa indagine dimostra che spesso, invece, le ragazze sanno farsi valere anche in questi ambiti.
Per troppi anni si è pensato ad una costitutiva scarsa predisposizione delle studentesse verso le materie scientifiche (in particolare, verso la matematica) rispetto ai loro colleghi maschi. Una sorta di misteriosa tara biologica con cui bisognava fare, più o meno obtorto collo, i conti.
A smentire questo radicato pregiudizio, oltre al sempre salvifico buon senso, ci soccorrono i dati. In alcuni Paesi (Finlandia, Grecia, Slovenia, Svezia, Paesi Bassi) le cose vanno infatti ben diversamente: soprattutto nelle scienze, le medie di competenza registrate fra le ragazze superano nettamente quelle dei ragazzi. E i risultati si pongono su un piano di sostanziale parità in diversi altri Paesi (fra cui Francia e Germania). Il problema alla base di questo divario è quindi meramente (ma non banalmente) culturale.
L’indagine ICILS (International Computer and Information Literacy Study) – a cadenza quinquennale – ha come principale obiettivo la valutazione comparativa delle competenze digitali degli studenti frequentanti l’ottavo anno di scolarità (in Italia studenti della terza secondaria di I grado, terza media). I risultati dello studio oggi, 12 novembre, vengono presentati da INVALSI.
L’edizione del 2023, la terza dello studio, ha permesso di valutare nuovi aspetti relativi alla cittadinanza digitale, considerando le crescenti opportunità dei giovani di prendervi parte. L’indagine esplora due differenti aspetti delle competenze informatiche: la Literacy digitale (CIL – Computer and information Literacy), ossia la capacità degli studenti di utilizzare il computer, di raccogliere informazioni, di produrre informazioni e di comunicare attraverso le nuove tecnologie e il Pensiero computazionale (CT – Computational Thinking), che riguarda la capacità degli studenti di utilizzare i processi mentali per definire le diverse operazioni da eseguire per risolvere un problema su un computer o un dispositivo digitale.
In Italia, alla rilevazione 2023, hanno partecipato 152 scuole, 3376 studenti e 2161 docenti.
La competenza digitale si riferisce all’abilità di usare il computer per ricercare informazioni, creare e comunicare allo scopo di partecipare in maniera efficace a casa, a scuola, nel luogo di lavoro e nella società.
L’Italia ottiene un punteggio medio in literacy digitale di 491, significativamente superiore a quello medio internazionale, che è di 476. Il punteggio UE è di 493, leggermente superiore ancora.
L’Italia ottiene un punteggio medio in CT di 482, che non si discosta da quello medio internazionale, pari a 483 così come quello dell’UE.
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