Home Didattica Dop, disturbo oppositivo provocatorio. Cosa fare e non fare in classe

Dop, disturbo oppositivo provocatorio. Cosa fare e non fare in classe

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Come gestire un alunno con disturbo oppositivo provocatorio (DOP)? Quali sono i comportamenti oppositivi e come trattarli in classe? Quali strategie pedagogico-didattiche? Cosa fare e non fare? VAI AL CORSO

Il DOP comporta, da parte dell’alunno, atteggiamenti conflittuali e rifiuto di adeguarsi alle normali regole condivise dalla classe. Il rifiuto di fare i compiti o di seguire la lezione sono ulteriori segnali di una condizione di disagio, alla quale il docente non dovrebbe reagire con autorità, ma con ascolto e comprensione; con pazienza; con critiche costruttive; con la promozione delle capacità e dei talenti dell’alunno; con attività di gruppo volte a favorire la cooperazione.

Va chiarito che tutti i bambini possono essere scontrosi e difficili in determinate situazioni, però nei soggetti con il
DOP questo atteggiamento è costante nel tempo, non si smorza mai e anzi spesso viene ulteriormente amplificato, tanto da rendere molto difficoltosa l’accoglienza e la tolleranza degli altri compagni e quindi la dinamica relazionale in classe. Questi alunni, infatti, sono preda di un’ostilità e una rabbia continue e persistenti, hanno eccessi d’ira di fronte a obblighi, divieti, richieste anche piuttosto benevole. Avere a che fare con loro è quanto mai frustrante, ma bisogna comprendere che loro per primi vivono un profondo senso di frustrazione, talvolta, peraltro, causato da traumi pregressi. Come aiutarli a uscirne fuori?

Necessità di ricorrere all’insegnante di sostegno?

In questi casi è doveroso ricorrere all’insegnante di sostegno? No, i casi descritti non richiedono l’insegnante di sostegno (non necessariamente) in quanto non riguardano condizioni di vera e propria disabilità. Tuttavia, in presenza di casi certificati da una diagnosi, è necessario predisporre il piano didattico personalizzato in quanto ci troviamo in presenza di diagnosi riconosciute e dunque di bisogni educativi speciali (Bes), i quali richiedono interventi educativi speciali.

Ricordiamo che il Pdp, il Piano didattico personalizzato, è il documento da redigere entro il primo trimestre dell’anno scolastico, quindi entro novembre, con cui le scuole si prendono in carico le problematiche relative ai bambini e ai ragazzi con disturbi specifici di apprendimento.

Il corso

Su questi argomenti il Corso Dop: strategie di intervento in classein programma dal 16 settembre, a cura di Marco Catania.