Captare i segnali di disturbo oppositivo provocatorio (DOP) è cruciale per i docenti, poiché permette interventi tempestivi che possono prevenire l’escalation dei comportamenti problematici. Riconoscere e comprendere questi segnali aiuta sviluppare strategie educative efficaci, promuovendo un ambiente di apprendimento positivo e supportando il benessere emotivo degli studenti. VAI AL CORSO
Il DOP, Disturbo Oppositivo Provocatorio, comporta, da parte dell’alunno, atteggiamenti conflittuali e rifiuto di adeguarsi alle normali regole condivise dalla classe. Il rifiuto di fare i compiti o di seguire la lezione sono ulteriori segnali di una condizione di disagio, alla quale il docente non dovrebbe reagire con autorità, ma con ascolto e comprensione; con pazienza; con critiche costruttive; con la promozione delle capacità e dei talenti dell’alunno; con attività di gruppo volte a favorire la cooperazione.
In questi casi è doveroso ricorrere all’insegnante di sostegno? No, i casi descritti non richiedono l’insegnante di sostegno (non necessariamente) in quanto non riguardano condizioni di vera e propria disabilità. Tuttavia, in presenza di casi certificati da una diagnosi, è necessario predisporre il piano didattico personalizzato in quanto ci troviamo in presenza di diagnosi riconosciute e dunque di bisogni educativi speciali (Bes), i quali richiedono interventi educativi speciali.
Su questi argomenti il Corso Dop: strategie di intervento in classe, in programma dal 7 giugno, a cura di Marco Catania.
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