I disturbi specifici di apprendimento, meglio conosciuti come Dsa, sono alcuni ma non tutti i disturbi dell’apprendimento che possono avere risvolti sugli esiti della didattica. Quali sono i disturbi dell’apprendimento o del comportamento più diffusi nelle nostre classi? Una disamina la fa il collaboratore della Tecnica della Scuola, Marco Catania, psicologo esperto. (VAI AL CORSO)
Chi sono gli alunni con Dsa? E cosa sono gli strumenti compensativi e le misure dispensative?
A parlare di Dsa è la Legge 8 ottobre 2010, n. 170, che riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento.
Compito della scuola è facilitare la vita scolastica e gli apprendimenti agli alunni con questo genere di difficoltà, grazie ad azioni specifiche in grado di garantire il successo formativo di ragazzi e ragazze, bambini e bambine. Azioni che vanno dal riconoscere l’esigenza di strumenti compensativi a quella di esimere il ragazzo dallo svolgimento di certi compiti a lui particolarmente gravosi. Parliamo in questo caso di misure dispensative.
Cosa intendiamo per strumenti compensativi per gli alunni con DSA? Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria. Fra i più noti il Ministero indica:
Quanto alle misure dispensative, il docente si accerta di ciò che risulta all’alunno particolarmente difficoltoso e predispone un adeguato Pdp (Piano didattico personalizzato) nel quale si precisi da quali compiti l’alunno è dispensato.
Per esempio – spiega il Ministero – non è utile far leggere a un alunno con dislessia un lungo brano, in quanto l’esercizio, per via del disturbo, non migliora la sua prestazione nella lettura. Rientrano tra le misure dispensative altresì le interrogazioni programmate, l’uso del vocabolario, poter svolgere una prova su un contenuto comunque disciplinarmente significativo, ma ridotto o tempi più lunghi per le verifiche.
Ricordiamo che il Pdp, il Piano didattico personalizzato, è il documento da redigere entro il primo trimestre dell’anno scolastico, quindi entro novembre, con cui le scuole si prendono in carico le problematiche relative ai bambini e ai ragazzi con disturbi specifici di apprendimento.
Cosa si intende per Dop? Dop è l’acronimo che sta per Disturbo Oppositivo Provocatorio. Quali sono i comportamenti oppositivi e come gestirli in classe?
Il Dop comporta, da parte dell’alunno, atteggiamenti conflittuali e rifiuto di adeguarsi alle normali regole condivise dalla classe. Il rifiuto di fare i compiti o di seguire la lezione sono ulteriori segnali di una condizione di disagio, alla quale il docente non dovrebbe reagire con autorità, ma con ascolto e comprensione; con pazienza; con critiche costruttive; con la promozione delle capacità e dei talenti dell’alunno; con attività di gruppo volte a favorire la cooperazione.
Gli alunni con Adhd presentano un deficit di attenzione o di iperattività. L’Adhd, infatti, è anche detto disturbo evolutivo dell’autocontrollo, in quanto include, oltre alle difficoltà di attenzione e di concentrazione, anche quelle relative alla gestione degli impulsi e del livello di attività, problematiche che tendono ad accrescere in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e della frustrazione che spesso si accumula, a livello emotivo, nel bambino o nel ragazzo.
Ma i problemi strettamente legati al disturbo, non si esauriscono nelle criticità di apprendimento o nell’incapacità di raggiungere i propri obiettivi, esse diventano delle vere e proprie barriere sociali, dal momento in cui le ripetute manifestazioni dell’assenza di controllo spesso vengono percepite dagli altri (siano essi insegnanti, genitori di altri compagni o i compagni stessi) come mancanza di educazione, una deduzione che porta a colpevolizzare il bambino e la sua famiglia. Ecco perché è particolarmente importante riconoscere i segni di un disagio e intervenire in maniera appropriata.
In questi casi è doveroso ricorrere all’insegnante di sostegno? No, i casi descritti non richiedono l’insegnante di sostegno (non necessariamente) in quanto non riguardano condizioni di vera e propria disabilità. Tuttavia, in presenza di casi certificati da una diagnosi, è necessario predisporre il piano didattico personalizzato in quanto ci troviamo in presenza di diagnosi riconosciute e dunque di bisogni educativi speciali (Bes), i quali richiedono interventi educativi speciali.
Su questi argomenti il corso DOP: strategie di intervento in classe, in programma dal primo febbraio 2022, a cura di Marco Catania.
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