Armita Garawand, la sedicenne che era stata filmata priva di sensi in una stazione della metropolitana di Teheran, a fine settembre, ed era rimasta in coma da tre settimane in ospedale, perché aggredita e picchiata dalla polizia morale per come indossava l’hijab, mentre si stata recando a scuola, è morta.
La notizia è dell’agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna, secondo cui la giovane è morta dopo 28 giorni in terapia intensiva. Le autorità hanno negato l’aggressione, sostenendo che avesse avuto solo un calo di pressione.
Garawand viveva a Teheran ma proveniva dalla città di Kermanshah, a circa 500 chilometri dalla capitale iraniana, nell’Iran occidentale popolato dai curdi.
Nel settembre dello scorso anno, la morte di un’altra giovane curda iraniana, Mahsa Amini, per aver presumibilmente violato il rigido codice di abbigliamento per le donne della Repubblica islamica, aveva scatenato proteste di ampio respiro.
La scena dell’aggressione di Armita era stata ripresa dalle telecamere a circuito chiuso e poi diffusa dall’agenzia di stampa statale Irna. Successivamente il quotidiano britannico Guardian si era fatto raccontare l’accaduto da due testimoni.
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