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Dopo Brindisi: ritorni a scuola l’Educazione civica per tutti

In una recente  lettera, pubblicata il 25 maggio nella  rubrica “Lo Dico alla Sicilia” a firma di un genitore, il quale lamentava “Nessun cenno su Capaci nella classe di mia figlia”  e constatando che non in tutte le scuole ed in tutte le classi sia stata opportunamente valorizzata come momento di “educazione alla legalità” la riflessione sui fatti accaduti, essendo il “Progetto Legalità “ lasciato alla libera scelta dei docenti,  si fa presente che la delegazione provinciale dei Ragazzi Sindaci di Catania, partecipando alla “Giornata della legalità” a Palermo il 23 maggio nel ricordo del XX anniversario della strage di Capaci,  ha presentato al Ministro Profumo l’istanza di restituire e ripristinare a scuola l’ora di Educazione civica come materia autonoma, inserita nel curricolo e con votazione quadrimestrale e finale nella pagella
La tragedia di Brindisi e la morte della giovane Melissa Bassi ha  determinato un forte scossone di paura e di tensione, ma nel contempo risvegliato la coscienza civica degli studenti ed ha sollecitato una maggiore attenzione all’educazione alla legalità e alla partecipazione democratica.
 Il Ministro Profumo ha indirizzato una lettera agli studenti per dare coraggio ed infondere fiducia e man mano che si delineano le cause e gli autori dell’attentato si consolida sempre più la necessità che la scuola riprenda il suo compito educativo e non solo nelle discipline scolastiche ma nel recupero dell’Educazione alla “Cittadinanza e Costituzione”
L’insegnamento dell’Educazione alla legalità, considerato un “progetto” e non una materia di studio, occupa uno spazio marginale e ridotto, legato spesso ad una specifica sensibilità di alcuni docenti e non coinvolge in tal modo tutti gli studenti, ma solo alcuni di essi e non costituisce quindi un “progetto di scuola”
Al di là della nomenclatura, quando alcuni anni fa si è tentato di ripristinare l’ora di Educazione civica, come ora di lezione, autonoma, obbligatoria e come disciplina con votazione nella pagella, si era recuperato uno spazio scolastico di insegnamento-apprendimento ben definito e codificato. Sembrava una bella battaglia vinta, dopo tanti anni di   apparente “trasversalità” dell’insegnamento civico, ma di fatto considerata la disciplina “cenerentola” e lasciata alla buona volontà di alcuni docenti particolarmente sensibili, come avviene ancora oggi con il progetto legalità che occupa alcuni ritagli del tempo scuola, “benevolmente concessi” dai docenti disciplinaristi.
Nell’impianto organizzativo delle trenta ore di lezioni per la scuola secondaria di primo grado, avanzava, infatti un’ora che, mentre prima era stata   destinata all’Educazione civica e la collocazione oraria e la connessa valutazione periodica e finale aveva restituito dignità e valenza all’educazione civica, anche se denominata: ”cittadinanza e costituzione”.
In seguito le successive direttive ministeriali hanno modificato la lodevole e fruttuosa iniziativa sperimentata per alcuni anni e la trentesima ora è stata destinata come ora di: “approfondimento linguistico”. Spesso quest’ora aggiuntiva viene assegnata ad un docente esterno alla classe , quando il docente titolare della cattedra di Italiano, Storia e Geografia completa la cattedra in due classi   e raggiunge le 18 ore di insegnamento e quindi il dichiarato “approfondimento linguistico” risulta poco produttiva e di scarsa efficacia.
Perché non restituire la dignità di disciplina all’Educazione civica in tutte le scuole assegnando un’ora settimanale o secondo i principi della didattica modulare due moduli di 15 ore annue per tutte le classi in ogni ordine e grado?.
A 55 anni dall’introduzione nella scuola italiana dell’insegnamento dell’Educazione civica, iniziativa promossa  appunto a Catania, in occasione del convegno dell’Uciim presso il Castello Ursino (9-11 febbraio 1957)  che può essere considerato la culla dell’Educazione Civica, si auspica una ripresa ed un ritorno nella scuola italiana che si rinnova, senza  perdere però le sue peculiarità educative.
L’educazione civica non è sostituibile , né incorporabile alle ore di storia, fra l’altro diminuite e condensate in “geostoria”, né tanto meno alle ore di “Diritto” come avviene solo in alcuni istituti di secondo grado.
Al Ministro che ha dichiarato: “Nei prossimi giorni lavorerò ad iniziative in questo senso” , è stato , infatti richiesto che l’Educazione alla legalità  e alla Cittadinanza venga ridisegnata come “materia scolastica”, con contenuti e programmi, valutazioni e voti e tutto ciò di certo produrrà positivi benefici a favore di tutti gli studenti e non solo per i ragazzi più sensibili che aderiscono ai “progetti”, realizzati spesso di pomeriggio .
Nel processo formativo dello studente, come avviene negli altri Paesi europei occorre che l’insegnamento dell’Educazione alla Cittadinanza sia codificato e reso visibile  nel curricolo formativo dell’istituzione scolastica.

“La scarsa preparazione in diritto, economia, funzionamento delle istituzioni e temi politici conditi dallo scarso senso civico dei nostri ragazzi devono essere un monito e una spinta a provvedere a sopperire rapidamente a queste problematiche, afferma Alessandro Bertoldi di Vis studentesca. Trovi il Ministero la soluzione migliore, ma è importante che ciò avvenga e la prematura morte della giovane Melissa produce un nuovo seme di legalità e di impegno civile, che la scuola ha il dovere di custodire in maniera istituzionale e continuativa.

Giuseppe Adernò

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