Dopo anni di politiche volte ad erodere risorse vitali per la scuola pubblica si attendeva una fase di sviluppo che mettesse come locomotrice proprio la scuola. Agli annunci enfatici fatti nei primi giorni del suo ministero dal ministro dell’istruzione, sono seguiti provvedimenti che hanno evidenziato una perfetta continuità con il ministro Gelmini.
C’è comunque da dire che rispetto alle dichiarazioni di chi pensava che i neutrini viaggiassero dal CERN di Ginevra al Gran Sasso attraverso un comodo e grande tunnel sotterraneo di 600 km, abbiamo fatto grandi passi in avanti. Almeno adesso affrontiamo le questioni con serietà, professionalità e sobrietà.
Dopo la prima fase di attesa e speranza sul cambio avvenuto al dicastero di Viale Trastevere si stanno aprendo le prime evidenti crepe su provvedimenti ritenuti ingiusti e incostituzionali.
Di seguito vogliamo ricordare alcune di queste:
1. La Corte Costituzionale ha ritenuto illegittima, con sentenza n.147 del 7 giugno 2012, la legge n.111/2011 sul dimensionamento scolastico.
2. Riconversione sul sostegno con poche ore di corso per i docenti in esubero o appartenenti a classi di concorso in esubero, a danno di chi in passato si è sudata la specializzazione biennale.
3. Blocco contrattuale e blocco (a rischio incostituzionalità) degli scatti di anzianità, attesi ma non concessi per mancanza di copertura.
4. Mancanza di confronto sui temi del reclutamento, dove regna sovrana la confusione.
5. Nomina poco chiara e trasparente a direttore dell’Ingv, soprattutto a chi si propone come paladino della meritocrazia, dell’amico dell’on. Gelmini, Massimo Ghilardi.
6. Scarsa lucidità sul regolamento delle nuove classi di concorso, il Miur fa proposte incerte, parziali e inique.
7. Riforma delle pensioni vessatoria e discriminatoria per i dipendenti della scuola, che hanno una sola finestra per andare in quiescenza.
8. Decreto sul merito, spot governativo. Provvedimento inutile e inefficacie per una scuola che ha bisogno dell’essenziale e non del superfluo.
9. Scarsa trasparenza sui fondi della legge 440 sulla formazione. Fondi troppo spesso usati e dirottati per tamponare le troppe falle economiche, dovute ad una gestione sconsiderata.
10. Poca chiarezza sul futuro dei corsi Tfa.
Certamente non tutto è responsabilità del ministro Profumo, che ha ereditato una situazione pesante al limite della decenza, ma sicuramente molto spesso ha dimostrato una certa continuità con il ministro Gelmini. Rispetto alle crepe elencate nel precedente decalogo, attendiamo, da parte del Ministro, delle risposte chiare e trasparenti che vadano nella direzione risolutiva di alcuni di questi problemi.