Categorie: Personale

Dopo gli esodati, anche i docenti di “Quota 96” faranno causa al ministero per danno morale?

È “un procedimento simbolico”, dice l’avvocato, “ma non escludiamo di trovare un giudice che ci liquidi un risarcimento” anche perché contro la riforma Fornero sulle pensioni verrà presentato un ricorso alla Corte Costituzionale.
Per gli esodati, continua l’avvocato, si parte dal presupposto che possa essere riconosciuto un danno “da emozione. Probabilmente il procedimento su cui lo studio legale, specializzato in diritto del Lavoro, però punta maggiormente è l’impugnazione della Riforma Fornero sotto il profilo di legittimità costituzionale. Fino ad oggi “sacrifici si sono sempre chiesti a persone che lavorano”, ad esempio allungando i tempi per andare in pensione. “Non era mai accaduto invece che si chiedessero a disoccupati”.
E a parere di alcuni lavoratori della scuola, facenti parte del Comitato “Quota 96”, stesso procedimento giudiziario si può intentare anche per fare valere i propri diritti, facendo rilevare che similare danno “morale” è stato perpetrato nei loro confronti dal momento in cui, dall’oggi al domani, la riforma delle pensioni ha impedito a questo nutrito gruppo di circa 3500 persone l’uscita dalla scuola, negando tutte le prospettive di vita che ciascuno aveva progettato nel breve periodo.
Allontanare di ben tre anni, ma anche quattro, il pensionamento risulta quindi altrettanto dannoso e grave per la salute e per l’equilibrio psicofisico di questo personale, dopo soprattutto avere raggiunto, avendola quindi a portata di mano, l’agognata soglia della quiescenza.
Ma oltre a questo aspetto primario, riguardante la salute, c’è anche quello costituzionalmente rilevante, così come ha fatto rilevare il giudice Imposimato, secondo il quale l’errore “è contenuto nella ‘norma di salvaguardia: quella che esclude dai pesanti effetti della riforma i lavoratori che vantino requisiti maturati fino al 31 dicembre 2011.
Questa data unica, quindi apparentemente equanime, non ha tenuto purtroppo conto della specificità, lavorativa e pensionistica, del Comparto Scuola, basata, per garantire il buon funzionamento dei processi educativi, non sull’anno solare ma sull’anno scolastico.

Omettendo di applicare, come sarebbe stato giusto e costituzionalmente legittimo, le norme speciali vigenti per il comparto scuola, la ‘Riforma Fornero’ ha prodotto una grave ingiustizia e ha costretto il MIUR a un dettato ‘schizofrenico’. La circolare sui pensionamenti 2012 contempla infatti (come se un anno scolastico non fosse nel frattempo trascorso) la medesima platea di pensionandi già coperta dalla circolare dell’anno precedente.
È così accaduto che, per la prima e unica volta nella storia dei pensionamenti scolastici, i lavoratori interessati non hanno potuto far valere i requisiti pensionistici maturati nel corso dell’anno scolastico cui sono, per legge, vincolati. E tutto ciò ha violato il principio di cui all’art 3 della Costituzione per cui tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge. E penalizza una categoria di lavoratori senza eliminare la sicura illegittimità costituzionale della norma che intacca gli artt. 3 e 97 della Costituzione. Infatti il Governo è soggetto, come organo supremo della Pubblica Amministrazione, compresa quella scolastica, al principio fondamentale del buon andamento e della imparzialità dell’Amministrazione, anche e soprattutto scolastica, stabilito dall’art 97 della Costituzione repubblicana.

Pasquale Almirante

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