Il Ministero dell’Istruzione ha reso pubblici i posti autorizzati per l’organico di diritto del personale Ata in vista del prossimo anno scolastico: anche se gli studenti saranno 34mila in più rispetto all’anno che si sta concludendo, dopo aver sottratto 1.400 insegnanti tocca ora ad amministrativi, tecnici, ausiliari perdere 1.569 posti. Se consideriamo l’ultimo triennio, il saldo è a dir poco negativo: a fronte di un incremento complessivo, tra il 2012 e il 2014, di quasi 90mila alunni, solo negli ultimi tre anni sono stati cancellati 44.500 Ata. Nello stesso periodo, infatti, il dimensionamento scolastico (introdotto dall’articolo 19, comma 4, della legge 15 luglio 2011, n. 111) ha prodotto la cancellazione spropositata di migliaia di istituti autonomi. Con 2.395 Direttori dei servizi generali e amministrativi spariti nel nulla. Complessivamente sono circa 47mila i posti cancellati del personale Ata nell’ultimo triennio: un quinto del totale dei non docenti.
“Abbiamo assistito – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – ad una operazione spregiudica di spending review, con conseguenze nefaste per l’utenza scolastica derivante da una consistente riduzione tra collaboratori, amministrativi, tecnici e Dsga: un riduzione però considerata illegittima dal Giudice delle leggi, che con la sentenza n. 147 del 7 giugno 2012 ha cancellato la norma voluta dal Parlamento. E la stessa norma doveva essere disapplicata dai giudici, con effetti ex nunc e con efficacia ex tunc, anche in riferimento ai decreti di pubblicazione delle graduatorie definitive del personale soprannumerario”. Per questi motivi, Anief ha deciso di ricorrere contro il Decreto interministeriale sugli organici ATA 2014/15, nella parte in cui recita, nelle premesse, “a decorrere dall’anno scolastico 2014/15, i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali amministrativi, nonché per la sua distribuzione tra le regioni, sono definiti con decreto, avente natura non regolamentare, del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previo accordo in sede di Conferenza Unificata di cui all’art. 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni…”
“Il punto – spiega ancora il sindacalista Anief-Confedir – è che l’accordo in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni non è mai esistito. Pertanto, bisognava tornare ad assegnare il Dsga, assieme al dirigente scolastico, anche in quei casi in cui gli istituti superiori non avessero raggiunto i 600 alunni (nelle aree urbane) e i 400 alunni (nelle aree montane). Pertanto, va da sé che senza l’accordo il Decreto interministeriale è illegittimo”.
A rendere più difficile la situazione è stata poi la decisione di cedere migliaia di posti Ata alla categoria LSU: la cosiddetta esternalizzazione delle funzioni del personale non docente ha comportato un’ulteriore decurtazione di posti. Soprattutto nelle Regioni del Sud e nelle Isole. Premesso che Anief considera legittimo aprire le porte delle scuole a personale a chi ha perso il lavoro ed è impegnato in attività socialmente utili, come del resto ampiamente stabilito dalla giurisprudenza in materia, è evidente che occorreva prevedere dei posti aggiuntivi per queste assunzioni. Invece si è andati a sottrarre, dopo i tagli illegittimi, ulteriori posti a quei precari Ata in lista da attesa per l’immissione in ruolo anche da decenni. Tutto ciò si aggiunge ai tanti problemi che affliggono il personale non docente da tempo: oltre ai tagli al personale, amministrativi e tecnici devono fare i conti con stipendi del tutto inadeguati, spesso con mansioni non più solamente esecutive, ma anche concettuali.
Non di rado gli assistenti tecnici che per ovviare alle molteplici richieste di lavoro svolgono lavori da amministrativi. E sempre i tecnici continuano a non essere presenti nella scuola primaria e media, malgrado questi necessitino di interventi informatici e tecnologici continui. Ciò comporta un grave dispendio di risorse economiche, necessarie per affidare una serie di compiti – manutenzione computer, efficienza laboratori ed uffici – a consulenti esterni. Ma poiché sempre più spesso le scuole sono prive di fondi, i loro laboratori ed uffici non vengono manutenzionati a dovere.
Con immaginabili effetti negativi sul servizio all’utenza. C’è poi il problema della figura di Coordinatore Amministrativo e Tecnico: nelle scuole dovrebbe esistere già da molti anni, per contratto ormai scaduto da tempo, ma per loro non sono mai stati indetti i concorsi. Ma la situazione più critica è forse quella dei Direttori dei servizi generali e amministrativi: 10 mesi fa, il 3 settembre 2013, la stampa specializzata riportava la seguente notizia: “Il MIUR pronto a bando per 450 posti DSGA, dopo il via della Corte dei Conti (…): si tratta di un concorso atteso che porrebbe fine alla sostituzione da parte degli assistenti amministrativi dei posti vacanti”. Di quel concorso per DSGA si sono perse le tracce. Come dei tanti posti nello stesso profilo.
Anief, pertanto, chiede al Miur il ripristino degli organici sul dimensionamento scolastico, con i numeri precedenti alla Legge n. 111/2011: tutti gli istituti che in questi ultimi tre anni sono stati cancellati o accorpati devono riavere la propria autonomia. Come tutti i Dsga e Ata che sono stati sollevati dall’incarico a seguito dell’applicazione di quella legge illegittima possono ricorrere con Anief. Per ricevere le istruzioni operative per ricorrere e ottenere l’annullamento del decreto di dimensionamento e la salvaguardia del posto di lavoro, invia subito una e-mail a dimensionamento@anief.net indicando nell’oggetto la voce: dsga o ata.
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