“Bell’esempio, non c’è che dire!”, tuona qualcuno su internet. Tuttavia se “le tette ci possono anche stare”, benchè non “abbiano molto eccitato i maschietti, ma la birra no”, è troppo!
E per questi fustigatori dei costumi ministeriali non sarebbe un modo per “sostenere una iniziativa sociale”, non lo si dica “neppure per sbaglio!”
Se si inizia “la scuola con un assaggio di birra, e poi come terminerà?
Questi ragazzi già rincoglioniti nella pancia della madre, che esempio hanno davanti?
So che Lei è moderna, signora Ministra, la prossima volta si metta a fumare una canna!
Però, ci dia almeno un barlume di speranza: che la scuola italiana possa uscire dal pantano e faccia dei nostri ragazzi persone migliori dei nostri governanti”.
Che potrebbe essere un buon consiglio, anche se non si capisce cosa avrebbe dovuto fare la ministra di fronte a un evento che l’ha voluta protagonista, come appunto quello dell’inaugurazione di un progetto di inclusione di giovani detenuti nel laboratorio dell’Istituto agrario Sereni di Roma .
“Vale la pena” infatti è il nome della birra prodotta dagli studenti assieme a un gruppo di detenuti di Rebibbia.
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