Insegno ormai da tanti anni in un corso serale per ragionieri, nel cuore della Barbagia. E’ un lavoro speciale: una specie di avamposto della cultura nel bel mezzo dello sconforto per disoccupazione da record, micro e macro criminalità, ma anche tanta generosità e desiderio di uscire dal ghetto.
Le iscrizioni ci sono sempre, ogni anno almeno 150 adulti con tante storie diverse decidono di rimettersi in gioco affrontando verifiche, viaggi notturni dai paesi vicini a Nuoro, malumori e preoccupazioni per le assenze in famiglia pur di avere le presenze a scuola …
Eppure qualcosa sta cambiando, ma non nell’avamposto: qui i pastori continuano ad arrivare parlando di pecore rigorosamente in sardo ed escono discutendo di congiuntura economica. No, sta cambiando la struttura dei corsi serali, con una completa riforma pensata a Roma che finalmente apre a nuovi metodi di insegnamento, più moderni e funzionali alle esigenze degli adulti. Non sono sarcastico, sono davvero convinto!
Inizialmente devo confessare che ho letto tra le righe il solito furbesco taglio di costi: una riduzione del 30% del quadro orario, la possibilità di ottenere il diploma in soli tre anni, praticamente una scuola dimezzata e svalutata! Poi ho analizzato tutto con attenzione ed ho capito. Una nuova scuola articolata su gruppi di livello – non più su classi – dove ogni studente merita particolare attenzione. Chi fortemente vuole ed è capace può ridurre i tempi, seguendo corsi “progrediti”, chi invece ha maggiore bisogno di sostegno seguirà il corso tradizionale su cinque anni.
Sono io che non volevo capire, ma è scritto chiaro nella norma, la circolare 36 del 10/04/2014:
… “Elemento fondamentale per la personalizzazione dei percorsi, che pone al centro le competenze dell’allievo adulto, è l’organizzazione per gruppi di livello”…”la riduzione d’orario non comporterà riduzione alla dotazione organica”…” il primo ed il secondo periodo didattico (nda: si badi bene non le classi!) possono essere attivati con 25 studenti, mentre per il terzo periodo devono essere almeno 10”…
E ancora viene ribadito con la circolare n.3 del 17/03/2016: lo scrutinio di giugno del primo e del terzo anno saranno, da subito, scrutini “intermedi” al pari dello scrutinio di gennaio e gli studenti avranno tutti la possibilità di proseguire, dovendo frequentare eventualmente più corsi nell’anno successivo nel caso di carenze in alcune discipline. Gli studenti non saranno né in prima né in seconda, dovendo seguire un piano di studio personalizzato all’interno di un periodo didattico.
Niente male davvero! Un maggiore impegno di personale per ogni studente, una scuola in stile anglosassone, dove alla fine del periodo didattico l’allievo è promosso o respinto, con un attestato delle competenze raggiunte e senza più deprimenti esami per sospensioni di giudizio!
E invece … No, non è possibile!! L’Ufficio Scolastico Provinciale non solo ha provveduto già dallo scorso anno a tagliare le cattedre esattamente del 30% , ma quest’anno dopo la nostra comunicazione di n.38 iscritti per il primo periodo didattico (secondo norma ne bastavano 25) ci scrive che non concede la classe prima ! Come la classe prima? Le classi non esistono più, esistono i periodi didattici! Ok, non si intende la classe prima, volevano dire il primo ed il secondo quadrimestre!
Ancora una volta ho capito male io … ! E dei trentotto iscritti che ne facciamo? E’ chiaro : ritornino nelle campagne!!
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