Ricordate il comma 350 della legge 190/2014, nota come legge di stabilità 2015? Si trattava di una norma che avrebbe dovuto cambiare, con un semplice decreto ministeriale, i criteri per la definizione della composizione delle commissioni d’esame delle scuole secondarie di secondo grado.
Quel decreto ministeriale sarebbe dovuto essere emanato entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di stabilità quindi entro la fine di Febbraio 2015. Si era temuto il ritorno a commissioni fatte esclusivamente da docenti interni, con il solo presidente di commissione esterno. Inoltre si era anche sospettato ad un ritocco al ribasso dei relativi compensi dei commissari di esame.
Poi non se ne fece nulla, un po’ per le proteste che la norma, ad anno scolastico ormai iniziato, aveva suscitato, e anche perché si stavano gettando le basi della contestatissima riforma della cosiddetta “Buona Scuola”.
Ma cosa c’era scritto di preciso in quel comma 350, tuttora vigente?
“Al fine di razionalizzare il sistema di valutazione degli alunni tenendo conto dell’esigenza di valorizzare i princìpi dell’autonomia scolastica e della continuità didattica, assicurando la coerenza degli standard valutativi e garantendo uno sviluppo ottimale della professione di docente in termini di conoscenze, competenze e approcci didattici e pedagogici e di verifica dell’efficacia delle pratiche educative, con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono disciplinati, con effetto dall’anno 2015, i nuovi criteri per la definizione della composizione delle commissioni d’esame delle scuole secondarie di secondo grado. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da emanare entro lo stesso termine, sono definiti i relativi compensi nel rispetto di quanto eventualmente previsto in sede di contrattazione collettiva del comparto del personale della scuola, in coerenza con le finalità del Fondo «La buona scuola» di cui ai commi 4 e 5”.
Questo comma pare non lasciare dubbi, sulla volontà oggettiva del ministro Stefania Giannini di volere introdurre delle commissioni degli esami finali delle scuole secondarie di secondo grado, fatte da solo docenti interni. Sembrava una manovra economica per ridurre di circa 100 milioni di euro la spesa sostenuta per pagare gli attuali commissari esterni. Adesso che la riforma della Buona Scuola è divenuta legge, quali sono le intenzioni del responsabile del Miur, sugli esami di Stato? Pare che anche nella prossima legge di stabilità venga riproposta lo stesso comma, soprattutto alla luce di una riforma della scuola ormai in via di attuazione.
Quindi bisognerà attenderci qualche novità anche sul fronte esami di Stato, almeno che non arrivi una pronta smentita dal Miur.
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