Sembra fra l’altro che abitudine simile, la visita alle scuole, avesse già da sindaco di Firenze, motivo per il quale avrebbe accumulato competenze speciali sui problemi dell’istruzione, visibili infatti nel discorso che, apprezzatissimo anche dai sindacati, ha tenuto nell’aula di Palazzo Chigi, e rafforzate dalla moglie, insegnante di lettere, con anni di precarietà e vincitrice del concorso Tfa.
Dovrebbe dunque essere il suo una sorta di pellegrinaggio “politico-istruttivo” nei comuni e nelle scuole della Repubblica, su esempio forse del giro elettorale di Francesco De Sanctis nel 1875, per toccarne il polso e rendersi conto della condizioni delle nostre scuole, e non solo dall’unico punto di vista dell’edilizia, ma anche della vivibilità complessiva, compresa la condizione dei docenti e del personale.
Se per un verso il sindaco Pd di Treviso, la prima tappa del viaggio di istruzione di Renzi, ha elogiato la scelta del presidente del consiglio, per l’altro verso pare stiano partendo lettere, da parte di presidi di tutta Italia, con cui il premier viene invitato a visitare la propria scuola.
“Caro presidente, le scrivo… per invitarla..” E via le classiche blandizie, con profferte di assaggi gastronomici e viste guidate presso le migliori tradizioni cultural-paesaggistiche del luogo, con annesse promozioni turistiche, artistiche e folcloristiche.
Con ogni probabilità non saranno moltissimi i dirigenti che invece, se venisse, non faranno addobbare la propria scuola, non metteranno striscioni, cartelli, murales alle pareti; non organizzeranno buffet e rinfreschi, né danze, balli e recite; non inviteranno all’evento le autorità civili e religiose del luogo; non consegneranno petizioni, né raccomandazioni; non faranno precedere né seguire il codazzo di suoi accompagnatori da alunni allineati e freschi di bucato, né tantomeno dai professori messi a lucido per l’occasione.
Solo così infatti il presidente del consiglio potrà rendersi conto dello stato di desolazione della nostra scuola e di abbandono strategico in cui è stata lasciata da decenni, benchè si potrebbe pure sottolineare che anche a volere fare sprazzi e sprizzi non ci sono soldi in cassa, e se non se ne trovano per pagare il personale supplente che non viaggia per visite guidate, ma per lavoro, quello che consente ancora la pagnotta, figurarsi per organizzare feste e luminarie, seppure in onore del premier Matteo Renzi, la cui scelta di visitare le scuole delle Repubblica è in ogni caso decisamente meritoria.