Tra gli incartamenti relativi allo scandalo che sta coinvolgendo il ministero dell’Agricoltura i magistrati avrebbero tirato fuori una rilevante voce di spesa di 13 milioni di euro versati dai contribuenti per il progetto “Frutta nelle scuole”. A questa somma fra l’altro se ne aggiungerebbe un’altra di 3,8 milioni per insegnare ai ragazzi la cosiddetta alimentazione consapevole.
Non ci sono indagati al momento per questo specifico motivo, dicono le agenzie, ma le indagini promettono altri scandali e altre fuoriuscite di denaro pere favorire gli amici e gli altri amici ancora.
Nel sito “Frutta nelle scuole” viene spiegata tutta l’operazione: società incaricate di distribuire frutta e ortaggi scuola per scuola, il calendario delle primizie della frutta di stagione, l’elenco dei “plessi” che aderiscono al programma-frutta 2012-13 e così via con ogni altra indicazione utile.
Non pare comunque che ci siano gli estremi del rato, ma tutta la faccenda, se risultasse vera e confermata, dispiegherebbe un altro alone di inquietudine tra gli operatori della scuola: insegnanti, personale a anche alunni, visto che si è appena entrati nel tunnel buio, non quello dei neutrini, di un’indagine ministeriale, con querele e denuncie, relativa alle “pillole del sapere”, dallo strepitoso costo di 70mila euro a pillola-supposta. E non solo, ma se si considerano i tagli e le restrizioni di spesa per la didattica e per il funzionamento delle scuole, compresa la messa a norma degli edifici, assommato alle sottrazioni derivanti dalla spending review, spargere 17 milioni (13 di progetti + quasi 4 in “alimentazione consapevole”) in questo modo non è solamente scandaloso ma va ben al di là della possibile qualificazione. E il pensiero va pure ai supplenti, licenziati per le ferie, e va pure ai ragazzi in scuole senza riscaldamento e così via. In ogni caso l’aspetto più deprimente di tutti questi scandali e di tutte queste possibili ruberie sta pure nel fatto che alla fine non si troverà nessun responsabile né alcuno pagherà per ciò che ha fatto pagare ai cittadini.
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