Dopo quattro mesi dalle elezioni, ancora non convocato il Cnsu
Il 12 e il 13 maggio scorsi, negli atenei italiani, si sono tenute le elezioni per il rinnovo del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (Cnsu), organo consultivo di rappresentanza studentesca che formula pareri e proposte al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.
Si capisce quindi l’importanza che ha l’organo a livello di politica universitaria: è un raccordo tra le esigenze degli studenti e le decisioni del Ministero (nel Cnsu sono infatti rappresentati gli studenti delle nostre università iscritti ai corsi di laurea breve e magistrale, di laurea specialistica, di specializzazione e di dottorato).
Eppure a quattro mesi dalla elezioni il ministro Mariastella Gelmini non ha ancora convocato per la prima riunione il Consiglio. E non si capiscono bene i motivi di tale ritardo.
Su “Il Venerdì di Repubblica” del primo ottobre Andrea Branciamore, dell’Unione degli Universitari, spiega: “Alla prima seduta si elegge il presidente, e a lei (il ministro, ndr) piacerebbe che fosse uno di Studenti per la Libertà così da avere sempre pareri positivi. Ma il centrodestra non ha ancora trovato l’accordo con le liste vicine a Cl: se votassimo divisi vinceremmo noi”.
Valentina Maisto, dell’Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani (Adi), neo eletta al Cnsu, giorni addietro ha indirizzato una lettera al ministro Gelmini per sollecitare la convocazione della prima riunione dell’organo di rappresentanza studentesca.
“Sono ormai passati quattro mesi dalle elezioni del Cnsu-scrive la Maisto: dopo il clamoroso ritardo con cui è stato emanato il decreto ministeriale di nomina degli eletti, ci ritroviamo nella spiacevole situazione di dover constatare come ad oggi ancora non ci siano cenni di convocazione della prima riunione”.
“La situazione comincia ad essere imbarazzante –continua– anche in vista dei delicati passaggi parlamentari del Disegno di legge sull’università, sul quale il Cnsu potrebbe e dovrebbe esprimere considerazioni e proposte. Interventi del genere necessiterebbero di partecipazione e condivisione, che proprio luoghi come il Cnsu dovrebbero assicurare. Anche Lei sostenne questa tesi quando, all’indomani delle elezioni, indicò, incautamente, nell’esito del voto un segnale positivo per le Sue riforme in materia di Università e Ricerca”.
Per Valentina Maisto procrastinare ancora la convocazione corrisponderebbe ad una “totale delegittimazione” del Consiglio.
In seguito della lettera di Valentina Maisto, l’onorevole Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione Istruzione e Cultura alla Camera, ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere al Ministro “se non ritenga gravemente lesivo dei diritti degli studenti la mancata operatività del loro organo di rappresentanza, proprio in una fase in cui vengono avanti progetti di riforma molto discussi e discutibili, rispetto ai quali viene meno la possibilità di avvalersi del contributo di coloro che sono tra i protagonisti del mondo universitario”.
Anche il Segretariato Italiano Giovani Medici (Sigm) critica il ministro. “In un momento di cambiamento epocale dell’Università Italiana, che potrebbe conseguire all’approvazione definitiva del disegno di legge di riforma del sistema universitario – ha affermato Walter Mazzucco, presidente dei Giovani Medici – appare di estrema gravità non consentire alle rappresentanze dei fruitori della formazione accademica di intervenire attivamente nel dibattito in corso attraverso l’unico organismo di rappresentanza nazionale”. I Giovani Medici quindi chiedono “che sia salvaguardato l’esercizio del diritto alla rappresentanza”.
La stessa richiesta, d’altronde, che solleva buona parte degli studenti italiani.