Non cessano nel mondo della scuola le proteste e le iniziative di contrasto alla manovra finanziaria e ai tagli di organico legati alla ormai “vecchia” legge 133 del 2008.
Dopo lo sciopero degli scrutini (riuscitissimo secondo Cobas e organizzazioni di precari, un flop clamoroso secondo il Ministro) nelle scuole si parla già di un altro sciopero, quello del 25 giugno proclamato dalla Flc, CUB e Usi-Ait.
E anche le diverse organizzazioni dei precari non sembrano affatto intenzionate a sospendere le ostilità e anzi sono già al lavoro per tornare in piazza il 15 luglio con una manifestazione che sta diventando ormai un vero e proprio appuntamento fisso dell’estate.
La prima occasione ci fu nel 2008 quando precari di tutta Italia si incontrarono a Roma per protestare contro il decreto legge 112 voluto dal ministro Tremonti che proprio in quel momento veniva discusso in Parlamento per essere convertito in legge.
Intanto, proprio per organizzare questa, e magari anche altre iniziative, gli insegnanti che si riconoscono nel CPS (Comitato Precari Scuola) si riuniranno a Bologna il 26 giugno.
“Il mese di giugno – sottolinea il CPS – è stato caratterizzato dalla ripresa delle lotte nella scuola”
Secondo il CPS, gli annunci del Ministro si stanno rivelando inconsistenti: “Molte famiglie resteranno senza tempo pieno, i professori ‘meritevoli’ non avranno alcun aumento, anzi avranno lo stipendio bloccato per i prossimi tre anni, il Governo continuerà a negare il giusto sostegno a molti studenti diversamente abili, molti precari a settembre si aggiungeranno ai colleghi che sono rimasti disoccupati quest’anno”.
Ma i precari della scuola non ci stanno ad andare avanti da soli e intendono “rilanciare la mobilitazione saldando la protesta dei precari e di tutto il mondo della scuola con la crescente insoddisfazione per la Finanziaria che si sta diffondendo in tutti i settori lavorativi”.
E per dare maggior forza alle proprie rivendicazioni il CPS sta pensando anche ad uno “statuto” da adottare ufficialmente in occasione della prossima assemblea.
Il tentativo, insomma, è quello di diventare un vero e proprio “soggetto politico” che possa in qualche misura interloquire con le organizzazioni sindacali. Il percorso non sarà facile, perché i sindacati ufficiali non sembrano intenzionati a lasciare l’iniziativa ai coordinamenti più o meno spontanei che in questi mesi sono nati e si sono consolidati in molte province d’Italia.
Ma, se i precari riusciranno nel proprio intento, a settembre potrebbero aprirsi nelle scuole scenari sindacali diversi da quelli consueti.