Attualità

Dopo un anno e mezzo di pandemia, i ragazzi chiedono di essere ascoltati

La parola ai nostri ragazzi, prima dell’ultima campanella.
L’iniziativa di dare, appunto, a loro la parola, per sapere e capire come hanno vissuto questo anno e mezzo di pandemia, è stata presa da diverse realtà locali.

In questo caso, è stata l’amministrazione comunale di Bassano del Grappa, la quale ha chiesto ad oltre diecimila studenti, in un questionario anonimo, preparato con la consulenza dell’Osservatorio adolescenti di Ferrara, di dire sentimenti e speranze, dato il tempo che stiamo vivendo.

Non tutti gli studenti di questo comprensorio hanno risposto. Ma un buon 54% non si è tirato indietro di fronte alle 19 domande sui vari aspetti della loro vita a scuola, in casa, nelle relazioni.
Alcune osservazioni emergono dalle loro risposte: i ragazzi sono pienamente consapevoli del momento e fortemente preoccupati del loro futuro. L’isolamento è stato una vera sofferenza, tanto da causare in molti demotivazione e forse rassegnazione.

Che cosa chiedono a noi adulti?

Di essere anzitutto ascoltati, non solo per gli aspetti di disagio, ma per la loro domanda positiva di vita, di futuro, di un orizzonte di speranza.
Ammettono di avere vissuto con difficoltà la didattica a distanza, ma sanno bene i grandi sforzi fatti dalla scuola e dai loro docenti.
Il 60% dichiara di avere sofferto della mancanza di libertà, di relazioni, di movimento, di spazi aperti.

A supplire sono stati i social, è stata la rete. Soprattutto Instagram, quasi un diario collettivo di quotidiane emozioni da condividere con una ristretta cerchia di amici.
Senza contare il tempo-scuola con la DaD, il 44% ha ammesso di avere trascorso, durante il periodo di chiusura, 3-4 ore al giorno sui social; il 24% 5-6 ore, ed il 14% oltre le 7 ore. Noia, rassegnazione, isolamento: queste le parole chiave, tanto da superare il timore di essere contagiati.

Ed i rapporti in casa, con i propri famigliari?
Per il 60% una buona convivenza, e per il 26% anche migliore di prima del lockdown.
Le scuole superiori hanno contribuito non poco alla divulgazione di questo questionario, e stanno già preparando dei percorsi di accompagnamento per i primi di settembre.

In poche parole, dal mondo degli adulti questi ragazzi si aspettano proposte concrete per il loro presente e futuro.
Alla scuola, in particolare, chiedono capacità e strumenti in grado di aiutarli ad affrontare il mondo di domani, data la sempre più evidente incertezza rispetto ad un contesto sociale che rischia di smarrire i suoi fondamentali.

Gianni Zen

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