Da docente che insegna come si raccolgono i dati sperimentali di un fenomeno per poi elaborarli e dedurre informazioni mi risulta difficile capire l’analisi fatta da uomini di governo, politici e giornalisti sulla diffusione dell’epidemia fra gli insegnati della scuola italiana nel periodo compreso fra il 14 settembre e il 10 ottobre.
Tutti sono unanimi nell’affermare che i numeri ci dicono che i contagi nella scuola rappresentano solo “lo zero virgola …” e che pertanto la scuola e particolarmente protetta dal contagio.
I dati raccolti nel periodo fra il 14 settembre e il 10 ottobre che ci sono stati forniti sono questi:
persone contagiate | 35642 |
docenti contagiati | 1020 |
Docenti in servizio | 753000 |
Popolazione italiana | 60306000 |
Pertanto risultano contagiati circa lo 0,13 per cento dei docenti, mentre nello stesso periodo si sono contagiati lo 0,06 per cento degli italiani. Cioè i dati dicono che i docenti hanno il doppio di probabilità di contrarre il virus rispetto a qualunque altro cittadino italiano.
La percentuale del contagio fra gli studenti è dello 0,08 (meno dei docenti ma più della media nazionale).
Chi sbaglia e perché nell’analizzare questi dati?
Sergio Guarino
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