Estero

Dormire in classe? In Giappone si può, ma per 10 minuti

Il sonnellino in classe, quello che tanto disturba ai docenti soprattutto quando spiegano, in Giappone non solo è consentito ma anche agevolato e incoraggiato. Capita alla  Uto Junior and Senior High School gestita dalla prefettura.

Qui, verso la fine della pausa pranzo, alle circa 13:17, una voce arriva dall’interfono per annunciare che il “tempo di Utouto (il pisolino) sta per iniziare”.  E allora uno studente prescelto tira le tende oscuranti, spegne le lampade e mette una musica rilassante che iniziando a suonare invoglia gli studenti a dormire poggiando la testa sulle mani incrociate sui banchi. 

C’è chi usa la sciarpa come cuscino e chi l’asciugamani, mentre chi ha difficoltà ad addormentarsi non arreca disturbo e tutto questo per dieci minuti. Terminati i quali un annuncio ristabilisce la veglia, le tende vengono riaperte e gli studenti svolgono i compiti di pulizia dell’aula. 

Secondo gli esperti pedagogisti giapponesi, tutto dipende dalla corretta impostazione dei 10 minuti di sonno, metodo ideato per sconfiggere la sonnolenza dopo pranzo, considerato che il sonno non REM, caratterizzato dalla mancanza di movimenti oculari rapidi, può essere suddiviso in tre fasi a seconda della profondità del sonno. E dunque un breve pisolino può ridurre la sonnolenza accumulata fin dal mattino. 

La pulizia dell’aula dopo il pisolino serve per svegliarli del tutto in modo che possano frequentare le lezioni pomeridiane sentendosi riposati. 

Questa iniziativa, chiamata Utouto Time, è stata introdotta nel 2015, quando  la lezione extra mattutina iniziava alle 7:30. Quando arrivava la quinta ora regolare, la prima lezione del pomeriggio, molti studenti cominciavano ad addormentarsi. 

La scuola ha introdotto i sonnellini in via sperimentale per due settimane nel luglio 2014 e avendo ottenuto recensioni favorevoli tant’è che  secondo un sondaggio circa il 60% degli studenti ha affermato di essersi addormentato durante la sessione di pisolino, mentre almeno l’80% si è sentito positivo riguardo alla routine. Alcuni studenti hanno affermato di essere in grado di concentrarsi meglio durante le lezioni, mentre altri hanno notato che le loro prestazioni sono migliorate quando hanno partecipato ad attività extrascolastiche.

Ma sarebbe pure diminuito il numero di studenti che hanno visitato l’ufficio dell’infermiera della scuola.

Pasquale Almirante

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