Non si spegne la polemica sulle comparazioni tra gli stipendi dei docenti e quelle dei dirigenti scolastici in Italia, dopo che l’Ocse ha pubblicato il rapporto Education at glance 2022, di cui abbiamo già riferito. Sul tema è intervenuto anche Antonello Giannelli che difende la categoria, argomentando: “Confrontare lo stipendio dei docenti con quello dei dirigenti scolastici è un’operazione di grande scorrettezza intellettuale. Nel mondo sanitario, nessuno si sognerebbe di confrontare gli stipendi dei primari con quelli dei medici ordinari o dei dottori infermieri. I confronti vanno fatti a parità di mansioni e di responsabilità”.
Di quali stipendi parliamo? In media nei paesi dell’OCSE gli stipendi effettivi dei capi di istituto sono almeno il 30% superiori ai guadagni dei lavoratori con istruzione terziaria. In Italia il dato è ancora più eclatante, in effetti, se pensiamo, come da rapporto Eurydice, che a fronte dei 75mila euro di inizio carriera del dirigente scolastico (il dato Ocse parla di una media di 101mila dollari della secondaria inferiore), ritroviamo per i docenti range remunerativi che vanno da 29mila a 33mila (il dato Ocse parla di 42mila dollari della secondaria inferiore), sulla base del grado di scuola e delle qualifiche. La forbice (che vede i dirigenti doppiare gli insegnanti) si assottiglia di poco a fine carriera, per via del fatto che il docente ha un incremento salariale nel tempo che il dirigente scolastico non ha, stando ai dati in tabella.
Alle parole di Giannelli possiamo aggiungere qualche altro dato perché se è vero che gli stipendi dei dirigenti sono molto più alti di quelli dei docenti, anche gli impegni raddoppiano, così come le responsabilità. Parliamo infatti di ore di lavoro.
Come abbiamo accennato, gli insegnanti delle scuole pubbliche dell’OCSE e dei paesi partner insegnano in media 987 ore all’anno al livello infanzia, 784 ore al livello di scuola primaria, 711 ore al livello di scuola secondaria inferiore e 684 ore al livello secondario superiore.
E in Italia? Ecco i numeri: gli insegnanti lavorano 945 ore all’anno nella scuola dell’infanzia, 743 ore alla scuola primaria, 608 ore annue alla scuola secondaria, di primo e di secondo grado.
Ma parliamo delle ore ufficiali, da contratto scuola. Per quanto riguarda il monte ore totale, che include anche le ore impiegate a preparare le lezioni, ad esempio, il documento Ocse precisa che solo pochi paesi sono stati in grado di riportare sia l’orario di insegnamento legale che quello effettivo. E l’Italia non è tra questi.
Il modo in cui l’orario di lavoro totale degli insegnanti è suddiviso tra attività didattiche e non didattiche e la distribuzione dell’orario di lavoro svolto all’interno della scuola o altrove varia notevolmente da paese a paese.
La variazione tra i paesi dell’orario di lavoro annuale degli insegnanti può essere in parte dovuta al fatto che l’orario di lavoro totale copre o meno le vacanze scolastiche degli studenti. Ad esempio – leggiamo sul rapporto Ocse – al livello secondario superiore, l’orario di lavoro totale è di 1.268 ore per gli insegnanti in Israele, dove non sono tenuti a lavorare durante le vacanze scolastiche, e di 1.866 ore in Svizzera, dove lavorano fino a 8 settimane durante le vacanze scolastiche. In 17 paesi dell’OCSE, l’orario di lavoro legale degli insegnanti include il lavoro durante le vacanze scolastiche degli studenti in almeno un livello di istruzione. Nella maggior parte di questi, gli insegnanti sono tenuti a dedicare l’orario di lavoro durante le vacanze scolastiche ad attività specifiche, come la preparazione per il prossimo trimestre, o attività di sviluppo professionale individuali e/o collettive.
Quanto ai capi di istituto, nei paesi dell’OCSE questi lavorano in media 43-44 settimane all’anno, a seconda del livello di istruzione. Il loro orario di lavoro legale annuale è in media attorno alle 1.600 ore in ogni grado di scuola, con lievi differenze tra l’uno e l’altro. In circa due terzi dei paesi dell’OCSE, peraltro, i capi di istituto sono tenuti a lavorare durante le vacanze scolastiche degli studenti.
Nel comparare le ore di lavoro di insegnanti e dirigenti, va comunque precisato che spesso nel caso degli insegnanti il monte ore non tiene conto del tempo dedicato alle attività propedeutiche all’ingresso in classe, come la preparazione delle lezioni, la correzione, la formazione in servizio e le riunioni del personale. Va anche sottolineato che in generale, gli insegnanti a tempo pieno che insegnano più ore di quelle richieste dal contratto, sono ricompensati con una compensazione finanziaria in circa due terzi dei paesi.
Insomma, mentre nel caso dei docenti il lavoro aggiuntivo non sempre viene ufficialmente conteggiato, nel caso dei dirigenti i documenti ufficiali affermano esplicitamente i compiti e le responsabilità aggiuntivi dei capi di istituto (ad es. insegnamento agli studenti, comunicazione con i genitori) oltre ai loro ruoli manageriali e di leadership.
Interessante notare anche che sebbene l’insegnamento sia la responsabilità principale o principale degli insegnanti, in alcuni paesi può anche essere una delle responsabilità dei capi di istituto.
Tra i 29 paesi e gli altri partecipanti, a livello pre-primario, i capi di istituto devono insegnare in 7 paesi. I capi di scuola materna possono anche insegnare volontariamente in 4 paesi e non sono tenuti a insegnare in 10 paesi.
Ad alcuni capi di istituto di scuola primaria è richiesto di insegnare: questo requisito si applica a tutti i capi di istituto in 6 paesi.
Le responsabilità di insegnamento diventano meno comuni per capi di istituto del livello secondario di scuola. A questo livello, i capi di istituto devono insegnare solo in 6 paesi. I capi di istituto sono liberi di insegnare a propria discrezione in 6 paesi e non sono tenuti a insegnare in 12 paesi.
In questi paesi in cui i Ds continuano a insegnare non viene fissato un numero specifico di ore di insegnamento, ma piuttosto vengono definite ore di insegnamento minime e/o massime (si tratta in molti casi di circa il 20% delle ore totali di lavoro).
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