Le indagini del Consorzio AlmaLaurea sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei dottori di ricerca analizzano rispettivamente le performance formative di oltre 4.000 dottori di ricerca del 2017 di 20 atenei aderenti al Consorzio e quelle lavorative di quasi 4.400 dottori di ricerca del 2016 di 27 atenei, contattati ad un anno dal conseguimento del titolo di studio.
I dottori di ricerca del 2016 coinvolti nella rilevazione rappresentano il 44,9% del complesso dei dottori di ricerca delle università italiane in quell’anno.
Dal rapporto emerge che il tasso di occupazione è pari all’83,5%: più in dettaglio, il 24,6% svolge un’attività con borsa o assegno di ricerca, mentre la restante quota
svolge un’altra attività lavorativa. Il tasso di occupazione è decisamente superiore al 73,9% registrato tra i laureati magistrali biennali del 2016; è in linea, invece, con quello raggiunto dai laureati magistrali biennali del 2014 dopo tre anni dal conseguimento del titolo, pari all’85,6%.
Il tasso di disoccupazione è pari all’8,6%, valore che si discosta nettamente dal 16,4% registrato tra i laureati magistrali biennali del 2016 intervistati ad un anno dal conseguimento del titolo.
A dodici mesi dal titolo di dottorato, il 25,5% può contare su un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, mentre il contratto non standard (in particolare alle dipendenze a tempo determinato) riguarda il 22,4% degli occupati. Il 15,2% svolge un’attività sostenuta da assegno di ricerca, mentre il 10,8% percepisce una borsa post-doc, di studio o di ricerca. Infine il lavoro autonomo (liberi professionisti).
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