Includere sta diventando una parola abusata. Dove ci sta portando l’inclusione? L’istruzione e la formazione sono un bene di tutti i cittadini, piccoli e grandi: è per questo motivo che la scuola deve essere inclusiva, deve adottare percorsi didattici che favoriscano il successo formativo dell’alunno e ne completino la sua piena realizzazione.
Ma con quali strumenti se la scuola ha ormai le armi spuntate e sembra una nave che naviga in mari burrascosi? Molta letteratura pedagogica parla di didattica inclusiva, ma molti non conoscono a fondo la realtà della scuola e il clima che si vive oggi tra le mura scolastiche. Purtroppo dobbiamo renderci conto che l’eccessivo buonismo e il trincerarsi a tutti i costi dietro il concetto della inclusività non sta portando da nessuna parte. Sta soltanto costruendo una scuola che non forma più, una scuola che bada poco alle conoscenze e che privilegia la didattica delle competenze. E come dire: hai la competenza di zappare la terra, ma non sai perché la stai zappando.
Non tutti sono portati per lo studio ma tutti devono dare il massimo per raggiungere un obiettivo. Bisogna privilegiare una metodologia di apprendimento differente, diversa, lungi dalla spiegazione e dall’interrogazione, una didattica manuale e laboratoriale. Se ne parla ma si farò veramente?
Mario Bocola
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