Quando il Miur era governato dall’ex ministro Francesco Profumo, e precisamente quando lo stesso ministro tentò con un colpo di coda e in barba al contratto collettivo nazionale della scuola, di introdurre nella legge di stabilità 2012 l’aumento dell’orario di servizio settimanale dei docenti delle scuole secondarie, da 18 a 24 ore settimanali a parità di stipendio, i giornali si riempirono di moltissimi articoli fortemente critici e contrari a questa proposta.
Ricordiamo pochi esperti di scuola e del mondo del lavoro che espressero giudizi favorevoli rispetto l’operazione di aumento di un terzo delle ore di servizio a parità di salario, sostenendo questo provvedimento in ragione del fatto che gli insegnanti lavorano poco, soltanto 18 ore settimanali per 5 giorni la settimana e soltanto per 200 giorni l’anno, e godono di tre mesi di vacanza l’anno.
In buona sostanza nell’ autunno del 2012, in coincidenza della proposta Profumo di aumentare da 18 a 24 ore l’orario di servizio degli insegnanti, tra tanti articoli critici e a difesa della categoria dei docenti, c’era anche chi sosteneva che gli insegnanti italiani sono una casta privilegiata che lavora poco e guadagna anche troppo.
Contro il provvedimento di Francesco Profumo ricordiamo le parole scritte da Mila Spicola, rivolte ad Ichino e Porro favorevoli all’aumento orario: “la ‘narrazione collettiva’ mistificata sul lavoro docente ha ragioni concrete e individuabili. Il più immediato è la semplicità con cui viaggia nelle menti un numero ’18 ore’ ”.
La Spicola paragonava Ichino e Porro al comune cittadino che frequenta il bar dello sport e non sapendo niente di calcio vorrebbe sostituirsi al CT della nazionale, infatti li considera entrambi commentatori di scuola, anche se di scuola non ne sanno nulla. E poi afferma: “Dobbiamo smontare una “credenza”. E tutti sappiamo quanto è difficile smontare le credenze. Possiamo farlo non con la difesa o l’attacco, ma coi mezzi adulti della contrattazione collettiva del lavoro e delle condizioni contrattuali”.
Infine la Spicola essendo insegnante e sapendo bene che dietro un’ora di lezione c’è un’altra ora di preparazione alla lezione, afferma che “nell’organizzazione e nel riconoscimento quantitativo orario dobbiamo mettere dei puntini sulle “i”, perché poi ci fregano su quell’indistinto di cui sopra. Su questo terreno possiamo ragionare, contrattare e recriminare. Non sulla nostra essenza. Sul valore e sulla funzione educativa non c’è nulla su cui ragionare se non la verità che si è insegnanti 24 ore su 24, quella funzione è nostra, è incommensurabile, è libera, è insindacabile e va oltre la morte, perché vive nei nostri alunni, nel bene e nel male”.
Oggi, a distanza di 2 anni dal tentativo di Profumo di aumentare per via legislativa l’orario di servizio degli insegnanti a parità di stipendio, molte cose sono cambiate. La proposta di Reggi e della Giannini, rispettivamente sottosegretario e ministro dell’Istruzione, è di aumentare l’orario di servizio fino a 36 ore sempre per via legislativa, di affidare ai dirigenti scolastici il potere esclusivo dell’attribuzione degli incentivi da destinare a ruoli di responsabilità e di specifiche competenze professionali, ma registriamo anche, da quando Mila Spicola è diventata responsabile della scuola siciliana per il partito democratico, la perdita di quei puntini sulle “i”, che sapeva collocare al momento giusto e al posto giusto. Ma dove sono finiti quei puntini sulle “i”, che richiamavano l’attenzione dell’opinione pubblica sulle fatiche non riconosciute, 24 ore su 24, degli insegnanti? Dove sono finiti i richiami ai valori ineludibili del contratto collettivo nazionale e delle contrattazioni decentrate? Forse da oggi in poi il partito democratico e Mila Spicola scriveranno la “i” senza puntino? Noi speriamo proprio di no e crediamo sia possibile riportare i puntini nella loro posizione originale.
Riceviamo e pubblichiamo da Mila Spicola il seguente commento all’articolo di Lucio Ficara:
” la mia posizione sul tema non è mutata da quando ho scritto l’articolo che segue, che porta una data precisa e scritto in tempi non sospetti. La penso identicamente a quando l’ho scritto. Adesso come allora. Consiglio all’autore dell’articolo di leggerlo, prima di parlare di i e di puntini:
http://laricreazionenonaspetta.comunita.unita.it/2013/03/19/le-nebbie-del-lavoro-docente-una-proposta/ ”
Mila Spicola
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