Educazione e Scuola, nel proprio sito, rende un ottimo servizio alla scuola con una analisi sulle condizioni delle paritarie trasformate in diplomifici che potrebbero essere benissimo controllate, ed eventualmente chiuse, solo si facessero delle semplici verifiche.
Il primo elemento visibile: corsi a “piramide rovesciata”. Si passa dall’esiguo numero di alunni delle classi iniziali a uno eccessivo (fino a oltre 100) nelle V classi, determinato dai troppi privatisti ammessi a sostenere l’esame di idoneità all’ultimo anno, in deroga alle norme regolanti la materia che vietano alle scuole paritarie di accogliere all’esame di idoneità un numero di candidati esorbitante rispetto alla ricettività dei locali e alle classi funzionanti.
2): la particolare “disinvoltura” nella gestione delle prove e dei colloqui e l’indulgenza totale nelle valutazioni;
3): privi di garanzie di serietà sono risultati anche gli esami di idoneità alle classi che precedono l’ultima dei candidati esterni;
4): gravi e censurabili si sono rivelate, altresì, le irregolarità imputabili al mancato rispetto delle disposizioni concernenti lo svolgimento degli esami integrativi degli allievi provenienti da indirizzi di studio diversi;
5):alle irregolarità sopraccennate si è aggiunto il fatto che numerosi docenti hanno valutato, in sede di esami di idoneità o integrativi, candidati che erano stati loro studenti prima che si ritirassero dalle lezioni;
6):spesso, all’insaputa dell’Amministrazione, sono state svolte sessioni suppletive degli esami suddetti, in palese violazione delle norme che, come è noto, prevedono che si possa tenere una sola sessione per anno;
7):molteplici, inoltre, sono state le anomalie segnalate nello svolgimento degli esami preliminari all’esame di stato; si citano, a titolo di esempio, i calendari con tempi molto compressi, che non hanno consentito un serio esame e un’adeguata valutazione, e le nomine di docenti impegnati solo per l’occasione.
Ma non solo, continua ancora l’analisi:
– il rilevante numero di assenze degli alunni favorite da una registrazione irregolare e talvolta fittizia, in modo particolare nei corsi serali per lavoratori, spesso veri e propri “corsi fantasma”;
– la proliferazione dei cosiddetti ottisti o saltatori, ammessi a sostenere, con un anno di anticipo, l’esame di stato;
– la costituzione di commissioni formate con soli alunni privatisti;
– la costituzione di commissioni con un numero eccessivo di candidati esterni, in deroga alla legge n. 425/97;
– l’inconsistente o addirittura mancata iscrizione di alunni disabili;
– la diffusa inidoneità dei locali, spesso non in regola con le norme di cui al d.lgs. 81/2008;
– la mancanza o inidoneità di laboratori, biblioteche, palestre, ecc.;
– l’irregolare funzionamento degli organi collegiali e la irregolare riunione e la durata del tutto irrisoria dei consigli di classe
– l’assunzione di docenti non in possesso dell’abilitazione all’insegnamento, anche nei casi in cui nelle graduatorie permanenti erano presenti e disponibili docenti abilitati;
– il mancato, puntuale rispetto delle norme contrattuali relative al rapporto di servizio del personale docente e non docente;
– la irregolare tenuta degli atti amministrativo-contabili;
– la lacunosa e confusa tenuta dei fascicoli personali degli studenti, spesso privi dei certificati di studio, recanti autocertificazioni e dichiarazioni non conformi alle disposizioni vigenti;
– la scarsa trasparenza della gestione contabile spesso caratterizzata da richieste agli alunni di somme aggiuntive;
– i continui avvicendamenti dei docenti in corso d’anno e il frequente utilizzo degli stessi nelle commissioni di esame di stato;
– la carente azione didattica soprattutto per quel che concerne lo svolgimento delle lezioni, le interrogazioni e le valutazioni.
Se tuttavia la Legge 62/200 prevedeva un regime che avrebbe dovuto, in maniera sostanziale e rilevante, garantire “requisiti di qualità ed efficacia”, contestualmente sono venuti meno tutta una serie di controlli previsti nei confronti delle scuole legalmente riconosciute. In effetti, se è vero che sarebbe risultato impossibile effettuare visite ispettive sulle circa 9.000 scuole paritarie, è altrettanto vero che tali ispezioni si sarebbero potute disporre almeno a campione.
Né è stato possibile effettuare i necessari controlli negli anni scolastici successivi al 2000/2001, allorché la competenza in materia di riconoscimento della parità fu decentrata agli Uffici scolastici regionali. Le nuove richieste di parità furono, infatti, così numerose (circa 4.000) che assorbirono totalmente l’attività del personale ispettivo a disposizione dei citati Uffici, senza, peraltro, coprire l’intero arco delle esigenze da fronteggiare. Ne è prova il fatto che, mentre in alcune regioni i nuovi riconoscimenti furono dati a seguito di verifiche puntuali e accurate, in altre, le ispezioni furono effettuate a campione.
D’altra parte la rilevante carenza di personale dirigenziale tecnico-ispettivo ha costretto gli Uffici ad effettuare vigilanze solo saltuarie ed azioni di consulenza alquanto limitate, nonostante le molteplici esigenze e la riconosciuta utilità dei suddetti interventi.
Le patologie di cui trattasi hanno anche costituito oggetto di indagini, alcune delle quali tuttora in corso, da parte dell’Autorità Giudiziaria.
Si osserva ancora che il disposto sull’esame di Stato con commissari interni (ministro pro tempore Letizia Moratti), ha determinato un notevole proliferare delle irregolarità e delle patologie sopra descritte, essendo venuta meno la possibilità di verifiche e valutazioni di tipo esterno sulla preparazione dei candidati.
Purtroppo gli interventi correttivi apportati dall’Amministrazione scolastica spesso sono stati vanificati da pronunce cautelari del TAR e del Consiglio di Stato: tale è il caso, ad esempio, di commissioni di esame comprendenti un numero eccessivo di candidati esterni o di soli candidati esterni. Gli esami presso il famigerato istituto Pacioli di Nola si sono svolti per effetto di un provvedimento del Tar Lazio.
Da quanto rilevato in ambito nazionale in ordine alla costituzione e al funzionamento delle scuole paritarie, emerge la necessità di adottare interventi e correttivi atti a connotare il sistema in termini di legalità, efficacia, efficienza e trasparenza.
Cosa occorre fare? “Educazione e scuola” è molto chiara:
– avviare un processo costante di monitoraggio dei livelli di qualità;
– stabilire più efficaci e funzionali forme e modalità di coordinamento tra l’Amministrazione centrale e gli Uffici scolastici
– potenziare i servizi di consulenza a sostegno delle scuole paritarie;
– incrementare la rete dei collegamenti con e tra le scuole,
– mettere a sistema la rete informatica per realizzare comunicazioni amministrative, didattiche e di funzionamento;
– promuovere azioni finalizzate alla formazione del personale, dell’Amministrazione centrale e periferica, operante nell’ambito della parità;
– garantire uniformità di applicazione delle normative per tutto il territorio nazionale.
In questa prospettiva si è proceduto alla rilevazione anagrafica delle istituzioni scolastiche e dei relativi aggregati. Ora si rende opportuno programmare un servizio di documentazione anche con riferimento alla valutazione facente carico all’INVALSI. Dovranno, poi, essere attivate apposite iniziative e misure di verifica e controllo con specifico riguardo all’andamento didattico – organizzativo degli istituti paritari e allo svolgimento degli esami di idoneità e degli esami di stato.
Tali iniziative e misure dovranno trovare attuazione attraverso rigorosi piani annuali di visite ispettive, nonché mediante puntuali e accurati riscontri da effettuare attraverso l’utilizzo di indicatori quantitativi e qualitativi (check list, di cui si allega un esempio).
E’ necessario rivedere le norme sugli esami di idoneità ed adottare una serie di misure che, nel rispetto della libertà di scelta degli studenti, rendano il servizio funzionale, trasparente e coerente con le nuove norme relative alla valutazione.
Indubbiamente il raggiungimento dei risultati attesi si lega soprattutto al potenziamento numerico del corpo ispettivo