Dove tagliare per recuperare 700 milioni? Iniziamo con gli F35…
In questi giorni stiamo assistendo ad un ridicolo balletto: dopo aver tentato di introdurre l’aumento di 6 ore settimanali di lavoro a parità di stipendio per i docenti della secondaria, ed aver scoperto che la cosa non si può fare a meno di non far saltare il governo, è adesso il tempo della mitica frase “a saldi invariati”.
Ovvero: prontissimi a cambiare idea ma diteci voi dove prendiamo le risorse equivalenti.
Al di là del fatto che questo modo di pensare e lavorare è assurdo, nel senso che tocca al governo definire le priorità di spesa ed agire di conseguenza senza dar corso ad una lotteria o a un referendum, una qualche idea la si può comunque mettere sul tappeto.
E’ semplice: rinunciamo agli F35, i caccia bombardieri militari che l’Italia continua a voler comperare.
Ad oggi il loro costo, nelle parole di Claudio Debertolis, generale italiano dell’Aeronautica Militare e attuale Segretario generale della difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti è il seguente: “i cacciabombardieri destinati all’Aeronautica e alla Marina italiane costeranno 127,3 milioni di dollari (99 milioni di euro) ad esemplare per la versione A convenzionale e 137.1 milioni di dollari (106,7 milioni di euro) per la versione B a decollo corto e atterraggio verticale (Stovl), che saranno imbarcati sulla portaerei Cavour”.
Quindi, tralasciando che i costi aumenteranno notevolmente negli anni, con soli 7 F35 si ottiene il risparmio richiesto alla scuola per il 2013. E siccome di F35 ne abbiamo ordinati 90… siamo a posto per 9 anni come minino.