Nell’ambito di specifiche, espresse e motivate richieste, attenzione dovrà essere posta agli alunni figli di personale sanitario (medici, infermieri, OSS, OSA…), direttamente impegnato nel contenimento della pandemia in termini di cura e assistenza ai malati e del personale impiegato presso altri servizi pubblici essenziali, in modo che anche per loro possano essere attivate, anche in ragione dell’età anagrafica, tutte le misure finalizzate alla frequenza della scuola in presenza.
Lo dice il Ministero dell’Istruzione, nella nota pubblicata dal capo dipartimento Marco Bruschi, per illustrare le misure contenute nel Dpcm 3 novembre.
Ricordiamo, infatti, che nonostante la sospensione delle attività didattiche in presenza nelle scuole superiori (e nelle classi II e III delle medie nelle zone rosse), ci sono delle situazioni in cui la scuola deve comunque garantire la presenza degli studenti a scuola. Si tratta, in particolare, delle esercitazioni pratiche nell’ambito delle attività di lavoratorio, e inoltre degli alunni con disabilità o BES.
A queste, con la nota in commento il M.I. aggiunge anche i figli di personale sanitario o impiegato in altri servizi pubblici essenziali, che quindi potranno richiedere alla scuola la possibilità che i figli vadano in presenza. La richiesta dovrà essere motivata. Il Dirigente scolastico terrà conto anche dell’età anagrafica dei ragazzi: quindi, ad esempio, nelle regioni rosse (Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta), in cui la DaD è stata attivata al 100% anche per le classi II e III delle scuole secondarie di I grado, il personale in questione potrà avanzare richiesta di frequenza in presenza per i propri figli.
Ad ogni modo, per tutti gli studenti che andranno a scuola, dovrà essere garantito comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata.
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