L’andamento dei contagi, l’incidenza alta e la probabile inversione di tendenza del’Rt che pare stia tornando a salire, danno da riflettere e offrono argomentazioni valide a tutti i rigoristi che in queste ore discutono entro il Governo, insieme agli scienziati e ai rappresentanti delle Regioni, circa le misure restrittive da fare confluire nel nuovo Dpcm Natale, incluse quelle sulla scuola. Antonella Viola, l’immunologa dell’Università di Padova, entra nel dibattito.
Un tema, quello delle misure del Dpcm Natale, che mette in moto anche riflessioni sull’apertura delle scuole e sui vaccini.
Si inserisce in questo dibattito anche l’immunologa Antonella Viola, che torna a parlare di riapertura scuole e prende parte al dibattito in corso, in relazione alla possibilità che l’apertura delle scuole e soprattutto il ritorno in presenza delle classi superiori, possa essere legato anche alla prudenza in vista dei vaccini. Non è così, sostiene la Viola, ponendosi sul fronte opposto alle preoccupazioni di Gianni Rezza, direttore della prevenzione del Ministero della Salute.
Infatti, di oggi la dichiarazione di Rezza, come abbiamo spiegato in un altro articolo, circa l’esigenza di arrivare in salute alla campagna di vaccinazione o potremmo vanificare gli sforzi compiuti e il vantaggio acquisito in termini di tempistiche del vaccino. E dunque, spiega Rezza, in fatto di scuola “bisogna valutare giorno dopo giorno le dinamiche, perchè rimettere in moto contemporaneamente molte attività può essere rischioso.”
Ma le due questioni, vaccino e scuola, non si legano secondo l’immunologa Viola, che argomenta come segue in un suo Tweet: “Non ha senso ora tirare in ballo il vaccino per rimandare la riapertura della scuola. Un vaccino pediatrico non c’è e non ci sarà per molto tempo così come non ci sono dosi per fare in tempi brevi una vaccinazione di massa.”
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