“Dal 7 gennaio il 75% degli studenti delle superiori avranno garantita la didattica in presenza”: lo ha annunciato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la conferenza stampa, in diretta tv, sul nuovo Dpcm che avrà effetto dal 4 dicembre al 15 gennaio prossimo.
Questo è il testo definitivo nel Dpcm Natale: “Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado – si legge – adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica in modo che il 100 per cento delle attività siano svolte tramite il ricorso alla didattica digitale integrata e che, a decorrere dal 7 gennaio 2021, al 75 per cento della popolazione studentesca delle predette istituzioni sia garantita l’attività didattica in presenza”.
Rispondendo ad una giornalista, il premier ha sottolineato: “Dobbiamo continuare a lavorare per garantire condizioni di massima sicurezza ai nostri ragazzi. Abbiamo lavorato molto e crediamo di avere garantito tutte le condizioni per un rientro in sicurezza”.
Conte ha quindi aggiunto: “Quello che preoccupa è ciò che è attorno alla scuola. I ragazzi quando escono si fermano, vanno assieme. Per quanto abbiamo deciso di lavorare a livello territoriale: ci saranno dei tavoli che opereranno all’interno delle Prefetture”, con tutte le parti coinvolte, quindi “con autorità territoriali, i sindaci, rappresentanti dei trasporti, dirigenti scolastici”.
A questi organismi spetterà valutare se e come scaglionare gli orari di entrata e uscita dagli istituti, per evitare pericolosi assembramenti: “starà a loro – ha detto ancora il premier – trovare delle formule graduando orari di ingresso e di uscita dei ragazzi coordinando tutto questo con il sistema dei trasporti. Tutto questo per garantire che a gennaio i nostri ragazzi tornino a scuola in sicurezza e non si torni più alla DaD da casa”, ha tenuto a dire Conte.
Specificatamente sugli orari, il premier ha detto: “Noi non vogliamo escludere nessuna opzione di flessibilità. I turni pomeridiani? Ben vengano ma non possiamo governare da Roma la situazione degli orari di ingresso e di uscita dei vari plessi e integrare questi dati con quelli del trasporto locale. Noi siamo a supporto ma alcune scelte richiedono modulazioni territoriali”, ha concluso il presidente del Consiglio.
Non sarebbero state però le Regioni a chiedere una percentuale maggiore, dal 50% al 75%, di studenti delle scuole superiori chiamati a svolgere didattica in presenza a partire dal 7 gennaio prossimo: secondo le agenzie di stampa, a chiedere il decremento di DaD sarebbe stata la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
“La bozza di Dpcm sarebbe stata modificata, per quanto riguarda il rientro in classe, dopo la sollecitazione della Ministra dell’Istruzione Azzolina”, scrive l’Ansa.
La modifica è stata quindi recepita e non determinata, come in un primo momento sembrava, delle Regioni.
L’incremento di studenti che svolgeranno lezioni in presenza, con la didattica a distanza limitata ad un quarto delle classi o del totale degli iscritti degli istituti, è stata comunicata nel pomeriggio del 3 dicembre “a Regioni ed Enti locali a cui è stato presentato un protocollo di lavoro per risolvere le criticità legate a trasporto e tracciamento”. E la proposta ha avuto seguito.
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