Il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, intervenendo all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare del Gran Sasso, dove ha fatto visita assieme al premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, è stato molto chiaro nel sostenere la ricerca e l’istruzione: “Lo scienziato è colui che fa la differenza tra la vita e la morte, tra la disperazione e la speranza. Che si tratti di medicina o di cambiamento climatico deve essere valorizzato come non è stato fatto negli ultimi anni nel nostro Paese”.
Poi ha toccato l’altra spinosa materia dei fondi del Pnrr a sostegno della ricerca che “deve essere al centro della crescita dell’Italia” . A questo proposito ha confermato l’investimento, di “oltre 30miliardi in istruzione e ricerca. Vogliamo sostenervi e agevolare il vostro lavoro, senza ingerenze, almeno nel mio caso. Creare le condizioni economiche e culturali perché possiate progettare e crescere. Facilitare le collaborazioni internazionali, di cui questi Laboratori sono un esempio virtuoso. E promuovere la cultura del merito”.
Ma ha pure promesso, scrivono le agenzie, che saranno raddoppiate le borse di studio.
Mario Draghi ha anche ricordato la difficoltà che hanno le donne a raggiungere ruoli apicali nel mondo della scienza e a non scegliere forzatamente percorsi di studio umanistici: “Realizzare il pieno potenziale della ricerca vuol dire puntare su chi è stato spesso ai margini di questo mondo: le donne. Per troppo tempo le posizioni di vertice nella ricerca scientifica sono state appannaggio degli uomini”. “Solo una donna su 5 sceglie le cosiddette materie Stem- ha detto ancora-. Si investirà oltre 1 miliardo per potenziarne l’insegnamento”, anche per “superare gli stereotipi di genere” e portare la percentuale “al35%”.
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