Attualità

Draghi a Glasgow: grazie ai giovani il clima è diventato dibattito politico

Il presidente del Consiglio Mario Draghi alla Cop26 di Glasgow, nel corso del suo intervento,  ha sottolineato che i capi di Stato e di governo del mondo intero dovrebbero “imparare” dai giovani, che hanno portato la lotta al cambiamento climatico “in cima” all’agenda politica. E si dovrebbero anche “ascoltarli. Negli ultimi anni i giovani ci hanno fatto un favore, portando l’agenda climatica in cima al dibattito politico. I giovani che sono stati al centro della Pre-Cop di Milano: qui a Glasgow dobbiamo renderli orgogliosi”.

“I giovani devono essere al centro di questo processo vogliamo trasformare l’evento ‘Youth for Climate’ tenutosi a Milano in un appuntamento regolare per tutte le Cop. Le generazioni future ci giudicheranno per quello che riusciamo a fare, o per ciò che non riusciamo a fare. Dobbiamo coinvolgerli, ascoltarli e, soprattutto, imparare da loro”.

Ha poi continuato, dicendo che per contrastare il cambiamento climatico, “i soldi non sono un problema, se vogliamo usarli bene. Dobbiamo costruire sull’accordo stretto al G20 per agire più velocemente. Dobbiamo mettere insieme il settore privato e quello pubblico. Il primo ministro Boris Johnson ha sottolineato l’ammontare di denaro a disposizione: sono decine di bilioni”.

“Ma ora li dobbiamo usare, dobbiamo trovare un modo intelligente di spenderli e di spenderli velocemente. Prima di tutto occorre che le banche internazionali di sviluppo, e specialmente la Banca Mondiale, condividano con il settore privato i rischi che quest’ultimo non può sopportare. Servono piattaforme nazionali, in cui le banche multilaterali di sviluppo possano condividere i rischi e rendere questi soldi utilizzabili”.

Il cambiamento climatico, ha ancora affermato, “ha anche ripercussioni serie sulla pace e la sicurezza globali. Può dissipare risorse naturali ed esacerbare le tensioni sociali, portare a nuovi flussi migratori, contribuire al terrorismo e al crimine organizzato. Il cambiamento climatico può farci a pezzi”.

Alla Cop26 di Glasgow “dobbiamo andare oltre quello che abbiamo fatto al G20” di Roma. “Dobbiamo accelerare il nostro impegno a mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5 gradi. Dobbiamo fare leva sull’accordo del G20”, per “agire più velocemente e in modo più deciso”. 

La Cop26 di Glasgow “dev’essere l’inizio di una nuova fase di spinta, un salto quantico nella nostra battaglia contro il cambiamento climatico è già fin troppo evidente. E anche il suo costo sta salendo velocemente, specialmente per i Paesi più poveri. Il costo per famiglie e imprese in Paesi a medio e basso reddito ammonta a 390 mld di dollari”.

Pasquale Almirante

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